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    TEST 2013: Suzuki Inazuma 250

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    La massima funzionalità in moto da oggi si chiama Inazuma 250: una full- naked pensata per la città e per quanti vogliono riscoprire il sapore delle due ruote. Suzuki la propone a 3990 euro F.C. con una formula di pagamento a 40 euro al mese. 

    Forse, anzi senza dubbio, il mondo delle due ruote ha bisogno di uno “scossone” positivo, liberatorio, come scrollarsi la polvere di dosso su concetti legati ad un “certo tipo” di moto… Probabilmente un genere meno pratico ma più specifico, più sportivo ma meno quotidiano, godibile. Ed in tempi di crisi, ancor più “dettagliatamente”, escono fuori esigenze nuove che, forse, fanno apprezzare quell’aspetto nativo della moto. Ovvero massima praticità, consumi e costi di gestione contenutissimi e l’idea di possedere un mezzo godibile sui percorsi casa/lavoro.

    E questo “messaggio” non certo subliminale ma altamente diretto, è rivolto ai giovanissimi che hanno voglia di una moto vera, dimenticando magari lo scooter come mezzo di spostamento, dando spazio a “nuove forme di mobilità”, nettamente più motociclistiche.

    Così, la nuova Suzuki Inazuma è un lampo a ciel sereno in tal senso (Inazuma infatti significa proprio lampo, anche se il suo senso globale è molto più “romantico” e aperto quale sinonimo di arrivo della stagione fertile), una moto con cui Suzuki inventa un nuovo segmento di mercato, visto che questa “duemmezzo” apre lo sguardo verso il neofita ma anche al rider esperto, ponendosi, per concetto ed idea progettuale, realmente fuori dal coro.

    Senza concorrenti, questa è Inazuma

    In modo pragmatico Inazuma s’impone per le sue caratteristiche di moto facile ed economica visto che verrà proposta (a partire da fine ottobre 2012 con demo anche all’EICMA) a 3990 euro per la versione std e 4290 per quella Plus che vanta una serie di accessori integrati. Non solo, ma per venire incontro alle “esigenze economiche” di un pubblico ancor più ampio, Suzuki proporrà una particolarissima forma di pagamento con 24 rate da 40 euro. Come dire quasi nulla senza attingere al bilancio familiare in modo massiccio. Un modo per NON rinunciare alla passione moto… Oltretutto, la manutenzione scatterà ogni 5000 km/15 mesi, altro risparmio sui tagliandi quindi.

    Consuma davvero pochissimo…

    Inazuma integra quindi un insieme di elementi tra cui design, funzionalità, un buon livello di finiture, prestazioni in rapporto ai 250 cc del propulsore bicilindrico e la massima funzionalità con un’autonomia dichiarata di oltre 400 km percorribili per circa 30 km/litro. Mica male ed alla faccia della crisi… Viene prodotta in Cina (prima moto prodotta in questo paese per il mercato europeo) ma secondo le severissime specifiche Suzuki Japan, a dimostrazione che nulla vuol essere lasciato al caso. Soprattutto la cura che il nostro pubblico ricerca anche su moto di piccola cubatura.

    Estetica ispirata alla B-King

    Lo stile è chiaramente ispirato alla muscle-bike B-King (ma Inazuma pesa decisamente meno, ovvero 182 kg in ordine di marcia) da cui “preleva” alcune idee legate alle simmetrie e design: la parte frontale si nota per lo smisurato e sinceramente “invadente” parafango anteriore che avvolge la ruota “braccandola” fino quasi a metà del suo raggio…

    Suzuki però sta giù provvedendo, se parliamo di accessori, per la realizzazione di un nuovo è più armonioso elemento, proprio per venire incontro alle esigenze “nostrane”, visto che siamo sempre così ostentatamente attenti al design, che spesso perdiamo di vista madre funzionalità! Oggettivamente però, qui ci voleva qualcosa di più armonioso.

    Strumentazione completa, c’è tutto!

    Il proiettore anteriore è abbastanza irregolare nelle sue forme mentre alle sue spalle c’è una strumentazione completa, studiata per informare su tutto senza distrarre. Così, i due led degli indicatori di direzione nel cockpit sono belli grandi e separati, a destra ci sono tutta una serie di spie di servizio, al centro il grande contagiri con inglobato il led con indicatore di marcia (utile ai neofiti) mentre a sinistra c’è il tachimetro a display con integrate altre info quali indicatore a led del carburante ed i trip che informano sui km percorsi. C’è poi l’utile spia ECO, personalizzabile su 3 livelli, al fine del risparmio di carburante e stile di guida.

    La parte centrale mette decisamente in risalto, (oltre al serbatoio carburante da 13,3 lt dotato ai lati di due convogliatori a forma di “esse” su cui sono fissati gli indicatori di direzione) il nuovo motore Suzuki bicilindrico da cui partono lunghi collettori che poi terminano in due silenziatori (a dire il vero non proprio modernissimi), incastonato nel telaio a doppia culla; la sella a due livelli termina con un maniglione fissato sul codone, che integra la luce posteriore a doppia lente trasparente.

    Il nuovo propulsore bicilindrico Suzuki

    Cuore di Inazuma 250, è di fatto questo nuovo motore da 250 cc: si tratta di un bicilindrico parallelo a corsa lunga da 55,2 mm per un alesaggio di 53,5 mm per una cubatura di 248 cc. Raffreddato a liquido, è alimentato ad iniezione elettronica secondo le ultime tecnologie Suzuki trapiantate da altri modelli, anche sportivi. Così, troviamo un corpo farfalla ISC e sistema PAIR per l’abbattimento degli HC, mentre la centralina ECM, in base alle informazioni in arrivo dai vari sensori motore, è in grado di calcolare l’effettiva necessità istantanea del motore, migliorando la combustione e quindi consumi ed emissioni.

    Non manca il contralbero per ridurre le vibrazioni al fine di regalare all’utente una guida piacevole e sempre in totale relax. Questo motore quindi è in grado di erogare 24,48 Cv a 8500 giri con un valore di coppia pari a 22 Nm a 6500 giri; il cambio ha sei rapporti con frizione in bagno d’olio. La distribuzione infine prevede due valvole per cilindro al posto delle ormai convenzionali quattro, una scelta dettata dalla corsa lunga ma soprattutto per favorire un’erogazione più corposa ai bassi e medi regimi, senza alzare troppo il range di rotazione del motore.

    Ciclistica semplice… 

    Il telaio di Inazuma è un doppia culla del tutto nuovo: Suzuki ha così realizzato un elemento robusto che ben si adatta alle doti di maneggevolezza del nuovo modello (con altezza da terra della sella a prova di puffo, ovvero 780 mm) con quote ciclistiche che vedono un interasse di 1430 mm per un’avancorsa di 110 mm ed un’inclinazione cannotto pari a 26°. Quindi ricerca del comfort e del buon handling su strade meno trafficate e più guidate…

    La forcella è classica con una classicissima telescopica; dietro c’è un mono posteriore centrale, facilmente accessibile per il setup del precarico molla tramite chiave apposita fornita da Suzuki nella borsetta degli attrezzi. L’impianto frenante si avvale di un generoso disco anteriore da 290 mm ed un posteriore da 240 mm.

    …ma manca l’ABS

    A mio avviso un discorso a parte lo merita l’assenza dell’ABS. Il ragionamento è molto semplice:  Inazuma nasce per un pubblico neofita, quindi poco o per nulla esperto quindi – forse – l’ABS di serie ci stava tutto, un sicuro plus di sicurezza per l’utente finale, che deve fare i conti si con la passione per la moto, ma anche con la propria e scarsa esperienza di guida su fondi “difficili” o a scarsa aderenza.

    E’ vero, questo avrebbe comportato l’aumento del prezzo finale della moto, ma sono convinto che almeno l’opportunità di scelta poteva essere offerta all’acquirente, che certamente, per pochi euro in più, avrebbe sicuramente optato per la versione ABS… Magari sulla prossima Inazuma lo vedremo.

    Come va: ideale per la città e per riscoprire la moto

    Dimensioni compatte, sella bassa, posizione di guida rassicurante. Per tutti… Questi i primi spunti che accolgono il rider una volta seduto su Inazuma 250, moto leggera tra le mani che infonde fin dai primissimi km quella sicurezza che convincerà definitivamente l’utente di aver fatto la scelta giusta. Ma non solo una scelta corretta di “tasca”, ma, soprattutto, l’idea di poter andare in moto di nuovo o per la prima volta senza quel timore reverenziale, classico dei neofiti o di quanti rivanno in moto dopo tanti, tanti anni.

    Quindi in famiglia tutti potranno riscoprire qualcosa: padre e figlio che potrebbero alternarsi alla guida o quel pubblico femminile che, magari, ha rinunciato fin’ora all’acquisto di una moto perché troppo distanti dalle loro reali esigenze, un’esigenza fatta di funzionalità legata ad un design sobrio ma personale.

    Adatta alle Donne…

    E non me ne vogliano le donne, non è una discriminante visto che siete in tante ad amare l’oggetto moto… E’ solo che Inazuma sembra fatta apposta anche per Voi, perché è leggera, maneggevole, pratica e non impegna alla guida, ma sa anche divertire, perché magari un giorno passerete ad altro ma questa sarà stata comunque la vostra prima moto. Quella che non si scorda…

    La posizione di guida quindi è comoda: il rider siede ben poggiato su una sella morbida e spaziosa, con le pedane basse ed i due semi-manubri, ben angolati per non stancare i polsi nelle manovre cittadine. Inazuma è molto leggera e pratica, grazie anche ai suoi 400 km di autonomia e questo invita ad utilizzarla sempre, alla faccia del caos cittadino.

    Sospensioni che filtrano bene

    Sul breve percorso che Suzuki ci aveva preparato, abbiamo avuto modo in parte di scoprire il mondo di Inazuma: nei tratti cittadini le sospensioni filtrano ogni buca, avvallamento o asperità con naturale propensione al comfort, ciò significa che il setting di forcella e mono è orientato al morbido. Specie la forcella mostra una grande neutralità nella primissima fase di escursione e questo torna utile in città, sul pavè dove si ha la sensazione di galleggiare senza che i colpi del manto stradale rovinato arrivino secchi sulle braccia o sui polsi.

    Forse, nelle frenate improvvise, l’affondamento ed il successivo trasferimento di carico sull’anteriore, alleggerisce un po’ il posteriore che però, oltre a filtrare bene ogni imperfezione stradale, non è mai secco nella risposta. Fattore che ovviamente si traduce in un comfort realmente piacevole.

    Stabile e sincera

    Sincera in ogni situazione, quando lasci la città alle spalle, diventa divertente con il suo stile adatto al corto/medio raggio. Le coperture IRC, appositamente messe a punto per questa moto, sono abbastanza “aggrappate” all’asfalto e quindi Inazuma non “soffre” troppo la guida sportiva, qualora deciderete di piegare quel più che diverte…. Molto progressiva nei destra/sinistra(Suzuki non a caso a dato carico all’anteriore, cosa che si nota guardando la moto lateralmente)  non soffre troppo quando si decide di impegnarla, magari su stradine in collina, quelle dove può prendere la voglia di guidare in modo più aggressivo o, se preferite, sportivo.

    Solo quando si piega quel di più, l’anteriore tende leggermente a prendere sotto, mentre una volta deciso dove mettere le ruote, Inazuma rimane fedele alla traiettoria impostata dal pilota senza mai tendenza ad allargare o scomporsi.  Merito anche dell’erogazione pulita e dolce del motore bicilindrico, sempre molto generoso se parliamo di consumi e prestazioni.

    Frenata anteriore un po’ spugnosa…

    La frenata anteriore di Inazuma 250 ci è parsa un po’ “diluita” e non troppo reattiva ne modulabile quando si decide di “comprimere le pasticche sui dischi”, nel senso di frenare un po’ più aggressivamente… L’anteriore frena bene ma, dopo qualche staccate forzata, la leva e la risultante di frenata diventa spugnosa, senza che il pilota avverta quella sensazione di frenata in mano ma, al contrario, allungata negli spazi. Dietro invece tutto bene, anche in funzione di un gradiente di frenata buono e modulabile.

    Un bel motore che invita alla guida brillante fuori città

    Questo “duemmezzo” piace per il sui caratterino brillante, che consente prestazioni interessanti in città o sul misto stretto. L’erogazione è molto pulita e lineare: sotto i 5000 giri la potenza è “ristretta” anche se, la buona spaziatura del cambio, consente di guidare con un tiro soddisfacente anche sotto questo range. Questo si traduce in vantaggio per la guida in città, dove non serve tirare le marce ma, piuttosto, cercare di utilizzare meno il cambio… Ne scaturisce una guida piacevole, senza vibrazioni e mai impegnativa, complice anche l’eccellente funzionamento della frizione.

    Certo il meglio di se questo motore lo regala a partire dai 6000 giri indicati, dove si avverte un cambio di sound e la spinta ben più consistente. Poi, attorno ai 7000 giri, in area di coppia massima, la spinta è molto buona e la fascia tra 7500 ed 8500 giri è quella ideale che si decide di cambiare “passo”. Ed il piccolo bicilindrico tiene “botta” bene anche se la strada sale, l’importante è tenerlo su di giri ma senza esagerare; qui non si avvertono cali di potenza ne buchi degni di nota ma, al contrario, si scopre tutto il lavoro tecnica fatto da Suzuki sul mapping dell’iniezione/tempi al fine di ottenere un’erogazione sempre pulita, lineare e costante.

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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