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    APRILIA RS 660, MEDIA CHE MANCAVA

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    La nuova Aprilia RS 660 raccontata dal nostro videomaker: un esperimento per dar voce al mondo degli appassionati che hanno chiavi di lettura diversa da noi tester

    Premessa doverosa prima di leggere questa prova

    Questa volta, a differenza di sempre, ho preferito far “raccontare” la nuova creatura di Noale ad un appassionato verace: il nostro videomaker! Tra l’altro lui è un “addetto ai lavori”, uno che con le moto lavora in quanto presta la sua competenza presso un negozio moto della Capitale, quindi ha sempre il raffronto con la clientela, quella che acquista e che può anche criticare un prodotto o renderlo “esclusivo”.

    Forse ora, alcuni di voi, “storceranno” il naso, nel senso che noi tester vi spieghiamo, prima di ogni altro, come va e come si comporta un nuovo modello. E questo da sempre. Ed invece, il punto di vista “non ufficiale” spiega e racconta punti di vista molto diversi, perché, il loro scenario, è ben diverso da quello di noi tester.

     performancemag.it2020-Aprilia RS660 test

    Significa un’attenzione più “colorata” e meno “da stampa”, informazioni più emozionali che da “cartella stampa” e quindi tecniche specifiche ma, soprattutto, il punto di vista dell’utente di tutti i giorni, spazia sulla base delle proprie esperienze di guida.

    Attenzione però, il nostro lavoro di tester si apre su confini molto più ampi perché il sottoscritto quanto i miei colleghi della stampa, abbiamo tutti una sensibilità molto ampia e critica, proprio perché di moto ne proviamo tante ed è questo il nostro lavoro, ovvero raccontare questo o quel modello sulla base della tecnica moto e delle sensazioni di guida che maturano in anni e anni di sella…

    Quindi, mettere “in altre mani” la prova della nuova RS660 by Aprilia è un audace esperimento che ho voluto fare ed il risultato, come leggerete, non è niente male. Ed allora BUONA LETTURA!

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    La prova di Andrea Rivabene

    La sigla RS per gli appassionati del marchio Aprilia, è sempre stata sinonimo di moto sportive senza compromessi, assemblate con cura, materiali pregiati e in grado di regalare grandi emozioni ai fortunati che hanno avuto il piacere di guidarne o possederne una.

    L’introduzione di una linea di modelli che gravita attorno al nuovo motore 660 cc è un impulso commerciale importante per Aprilia che ha scelto come “apripista” per questa inedita piattaforma proprio una sportiva, la RS, sigla che rievoca i successi nel motomondiale ottenuti con i due tempi 125 e 250 e mostrati con orgoglio sul serbatoio assieme agli altri titoli della casa di Noale ottenuti nel motorsport.

    Questa moto ha indubbiamente fatto parlare di sé sin dalla prima presentazione del concept ad EICMA 2018, con un design aggressivo ma di classe che ha catturato i consensi degli appassionati e degli addetti ai lavori, generando tanta attesa per l’uscita di questa sportiva dalle prestazioni e dai costi più umani rispetto alla RSV 4 1100.

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    Il discusso motore 660 cc: performance all’altezza di una sportiva?

    La componente più discussa di questa nuova Aprilia RS 660 è stata il suo motore, mutuato dalla Tuono V4, che offre la bancata anteriore del quattro cilindri a V base per questo bicilindrico parallelo da 660 cc. Una potenza massima di 100 CV a 10.500 giri e una coppia massima di 67 Nm a 8.500 giri, queste sono le prestazioni generate da questo propulsore che hanno “spaccato” i motociclisti in due fazioni: da un lato quelli che ritengono la RS 660 poco sportiva paragonata alle più pistaiole quattro cilindri giapponesi, dall’altra parte invece ci sono coloro che gioiscono di avere a disposizione una moto sportiva più razionale per l’utilizzo stradale ed in grado al tempo stesso di divertire tra i cordoli grazie alla raffinata ciclistica tipica delle moto di Noale.

    Il rovescio della medaglia: peso e ciclistica convincenti

    Se il motore non ha convinto proprio tutti quanti, ci pensa la ciclistica ad unire gli appassionati, la nuova Aprilia RS 660 si presenta leggera e scattante, con solo 169 Kg a secco che salgono a 183 Kg in ordine di marcia, ottenuti grazie al leggero telaio in alluminio che avvolge il motore portante e che va ad unirsi al forcellone bibraccio asimmetrico sempre in alluminio.

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    Completano la ciclistica le sospensioni Kayaba KYB, con una forcella a steli rovesciati da 41 mm di diametro e con una escursione di 120 mm ed un mono posteriore con 130 mm di escursione, entrambi gli elementi sono completamente regolabili per permettere al pilota di cucirsi su misura l’RS 660, in base alle proprie preferenze di guida e alle proprie caratteristiche fisiche.

    Questa moto ha indubbiamente fatto parlare di sé sin dalla prima presentazione del concept ad EICMA 2018, con un design aggressivo ma di classe che ha catturato i consensi degli appassionati e degli addetti ai lavori

    Freni ed elettronica, mix perfetti per una moto ultrasicura

    Il motore Aprilia RS 660 non è l’unico elemento ereditato dalla Tuono V4, sulla “media” di Noale: è infatti presente un’elettronica da vera Superbike, in grado di soddisfare sia il pilota più smaliziato grazie ai vari settaggi e livelli di personalizzazione quanto il motociclista più inesperto, che sceglierà RS 660 per iniziare a saggiare il mondo delle supersportive, (ricordiamoci che sarà disponibile anche una versione da 95 CV depotenziabile per patenti A2). Gli ausili alla guida sono i seguenti: Controllo di Trazione (ATC), Controllo Impennata (AWC), ABS e Cornering ABS, Gestione Erogazione Motore (AEM), Controllo Freno Motore (AEB) e a completare la proposta troviamo 5 Riding Mode (3 per la strada e 2 per la pista), Cruise Control e Cambio Quickshifter.

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    Se tutti questi ausili alla guida non dovessero bastare per sentirsi sicuri alla guida, a terminare l’opera troviamo un impianto frenante completamente marchiato Brembo, che dota la Aprilia RS 660 all’anteriore di una pompa radiale che aziona una pinza a quattro pistoncini (sempre radiale) per mordere la coppia di dischi da 320 mm di diametro, per staccare al limite ma in sicurezza. Al posteriore troviamo invece una pinza a due pistoncini e un singolo disco da 220 mm.

     

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    Ma abbiamo parlato abbastanza di questa moto, adesso è tempo di guidarla!

    La Aprilia RS 660 è una moto incredibilmente compatta e ad un primo impatto visivo può sembrare scomoda per i piloti di stazza più grande come il sottoscritto (1.90 cm x 98 Kg) ma, una volta salito in sella, mi rendo conto che è proprio vero che l’apparenza inganna! Pur non avendo un fisico da pilota della Superbike non ho problemi di postura, i semi manubri hanno già una buona apertura di serie, non affaticano così i polsi ed essendo rialzati si ha un’ottima sensazione di controllo sull’anteriore ma senza sovraccaricare la schiena. La sella è molto ampia e consente di spostarsi trasversalmente e longitudinalmente su di essa senza alcuna difficoltà, le pedane invece hanno una discreta luce da terra e accontentano sia il rider smanettone che quello più mite, mantenendo un ottimo bilanciamento sul profilo del comfort e delle prestazioni.

    la carenatura, oltre a regalare una linea accattivante alla RS 660, offre protezione aerodinamica al pilota. e C’è anche una funzione di “carico”, grazie alle appendici aerodinamiche

    Il motore a mio avviso è ben concepito, con un’ottima curva di erogazione soprattutto se si considera che si tratta di un bicilindrico e che oltre ad essere dotato di una discreta coppia ai bassi regimi, nel caso dell’RS 660 allunga con vigore anche ai medi e agli alti regimi. La coppia di 67 Nm come già detto non è un dato impressionante ma disporre dell’80% di quest’ultima già dai 4.000 giri non è affatto male e unito alla leggerezza della moto regala un gran divertimento, soprattutto nella guida stradale.

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    La scelta di portare l’Aprilia RS 660 nell’Hinterland Romano si rivela azzeccata, le condizioni non sempre ottimali della strada a causa della pioggia nei giorni precedenti alla prova mi lasciano un banco di prova perfetto per elettronica e sospensioni, con segmenti di strada a tratti viscidi (soprattutto nelle zone in ombra) e non sempre perfetti come qualità di manto stradale.

    Qui le sospensioni Kayaba trovano pane per i loro denti con belle sezioni di buche di vario diametro, profondità e purtroppo non sempre evitabili ma è proprio in questo frangente che mi hanno stupito maggiormente: Finché la strada è stata in buone condizioni il loro comportamento è stato “nella norma”, offrendomi una moto estremamente bilanciata in frenata, stabile in percorrenza e composta nell’uscita ma a fronte di una performance simile sapevo in cuor mio che avrei pagato dazio sullo sconnesso ma così non è stato. Forcella e mono lavorano in grande armonia non solamente dove è bello guidare e digeriscono in scioltezza anche le buche più pronunciate e se penso di trovarmi in sella ad una moto sportiva rimango ancora più sorpreso della bontà del comparto tecnico di questa RS 660.

    La confidenza sale e dalla timida mappa “Commute” passo alla “Dynamic”, queste sono due delle tre mappe disponibili in modalità Road (la terza è la “Individual” per una personalizzazione totale), con questo piccolo cambiamento sento che il bicilindrico diventa più pronto in basso, aggiungendo quel giusto pizzico di grinta per una guida in extraurbano fluida e divertente. La frenata sulla carta è una garanzia e anche nella pratica è più che soddisfacente, anche se ammetto che avrei apprezzato un pizzico di mordente in più sul freno anteriore sin dal primo tocco sulla leva, ma almeno così anche i piloti meno esperti potranno sentirsi meno intimoriti dalla potenza frenante che questo impianto Brembo è capace di sfoderare se azionato con vigore.

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    La mappa Race conferisce un carattere ancor più grintoso alla moto, disabilitando alcuni controlli come l’AWC e riducendo l’invasività di ABS e ATC (si possono ovviamente rimuovere anche questi ausili elettronici), con questa configurazione motore il legame con la Tuono V4 è sempre più tangibile e la RS 660 regala grandi emozioni al pilota (anche qualche leggerissima vibrazione sulle pedane in fase di rilascio).

    La Aprilia RS 660 prima di provarla aveva suscitato qualche perplessità anche al sottoscritto, non tanto dal lato tecnico dove sapevo che la casa di Noale avrebbe creato un bel prodotto, ma bensì dal punto di vista commerciale, con una moto che si presenta come una “tuttofare”, con prestazioni motoristiche molto orientate all’utilizzo stradale ed un allestimento tecnico e di elettronica da Supersport, impennando così il prezzo: 11.050 €.

    Tante rivali con cui scontrarsi da diverse categorie: Da un lato ci sono le più “miti” sportive stradali come la Kawasaki Ninja 650 e la Honda CBR 650, più spartane dal punto di vista tecnico ma che comunicano ad un acquirente in cerca di un compromesso tra sportività e praticità e che potrebbe scegliere questi modelli anche in relazione ad un prezzo di acquisto molto più accessibile. Dall’altro lato invece ci sono le supersportive più pistaiole con un prezzo superiore a quello della RS 660, quali Kawasaki Ninja 636 e Yamaha R6 ma oltre al prezzo hanno una cavalleria decisamente più esuberante ma al tempo stesso più difficile da scaricare in strada, soprattutto considerando che entrambe sono spinte da motori quattro cilindri che regalano il meglio agli alti regimi di rotazione.

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    Conclusioni…

    Dopo il Test posso dire che mi sbagliavo a voler per forza paragonare la Aprilia RS 660 a determinate categorie di moto, perché la sportiva media di Noale crea una vera e propria nuova tipologia di supersportiva, giustificando così il suo prezzo che si trova esattamente nel mezzo dei modelli sopracitati. E’ una moto che si pone con fascino e carattere sia al giovane che la può prendere come “modello di transizione Premium” ad un futuro mille, sia al motociclista più smaliziato che decide di riaffacciarsi al mondo delle sportive e sia al motociclista più moderato su strada che sceglierebbe questo modello per avere una moto con ben pochi compromessi per la guida stradale di tutti i giorni nel tragitto casa lavoro, per divertirsi nel fine settimana con gli amici sul passo di montagna e per fare qualche pistata senza sfigurare assolutamente durante la stagione.

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    Andrea Rivabene
    Andrea Rivabene
    Sono nato nella “Città Eterna” nel 1993, sin dalla tenera età è emersa una grande passione, irrazionale e viscerale per le due ruote. Crescendo viene alimentata ulteriormente dal contatto con Minimoto, Pit Bike Motard e MTB, per poi arrivare alle stradali. Oltre che al mondo dei motori però, mi interesso di Videomaking e come “scommessa personale” ho messo in piedi un canale YouTube chiamato “MadHorse”, il cui contenuto principale tratta il mondo delle due ruote a 360°. Tanti test ride e avventure su strada – compreso il mio lavoro in una concessionaria - vissute nel lasso di tempo di tre anni (apertura del canale). Recentemente mi sto anche appassionando ed interessando all’ offroad e alle prove auto. E questo è solo l’inizio…

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