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    TEST: STRIDA RED DEVIL & EVO ORANGE, LE INTERMODALI

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    Strida, più di una bici: intermodale, unica ed è soprattutto veicolo pratico ed originalissimo. Strida Roma allestisce bici per tutte le esigenze di trasporto. E se parliamo di performance, c’è il cambio sequenziale Evo3…

    Non c’è giorno che passa in cui non ci spostiamo. E’ il “sano effetto” della nostra vita ma, soprattutto della nostra vitalità creativa, che ci porta, ogni giorno, da un punto all’altro della città. Per lavoro, per andare a scuola, per il piacere di godersi un po’ del proprio tempo libero o, più semplicemente, perchè spostarci fa parte della nostra esistenza quotidiana. In tempi di crisi, molti hanno riscoperto i mezzi pubblici o la bicicletta per recarsi sui luoghi d’interesse personale, proprio perchè, l’esigenza attuale, è quella di risparmiare non solo tempo ma anche denaro. Oltre al fatto che, ogni attività fisica, seppur modesta, fa bene alla nostra salute. Il concetto dell’intermodalità quindi si apre alla grande massa.

    Strida 2014, Red Devil & Evo Orange3
    Strida 2014, Red Devil & Evo Orange3

    Intermodalità, concetto semplice più che vocabolo proibito…

    Può sembrare un termine suntuoso, imponente, difficile da capire ed invece raccoglie e sintetizza lo “schema di base” dei nostri spostamenti quotidiani, quelli più semplici: bus, metro, bici, tratti a piedi, ecco il valore dell’intermodalità, ovvero arrivare da un punto A ad un punto B seguendo uno schema legato al cambio del mezzo con cui ci stiamo spostando per raggiungere il nostro obiettivo…

    Strida 2014: Strida è una bici intermodale unica nel suo genere
    Strida 2014: Strida è una bici intermodale unica nel suo genere

    Strida, effetto intermodale al 100%

    Ecco, proprio la bici, specie se evidentemente pieghevole, è il punto di incrocio, di raccordo per quanto detto fin qui: la si può portare nella propria automobile, oppure in metro o utilizzare con il sempre più diffuso car sharing per trasportala con noi nel luogo “finale”, quello di arrivo.

    Strida mi ha colpito per i suoi innumerevoli aspetti pratici ma, soprattutto, tecnologici, perchè questa bici ha un valore aggiunto reale se parliamo di “performance attive”. E’ un prodotto innovativo ed elegante, unico nel suo genere e che “arriva” da un concetto nativo ben preciso, ovvero quello di rendere lo spostamento un’esperienza colorata, dinamica, divertente oltre che estremamente funzionale.

    Strida 2014, si apre in meno di tre secondi ed è pronta all'uso
    Strida 2014, si apre in meno di tre secondi ed è pronta all'uso

    Il progetto parte dalla mano del designer inglese Mark Sanders, che certo ha una sua visione artistica e fortemente ergonomica della bici quale concetto di base: “Mark Sanders, inventò questa bici per migliorare i suoi spostamenti intermodali durante gli studi e quindi la progettò come tesi di laurea – ci spiega Luca Tevarotto Financial Manager Strida Roma -. Il progetto era decisamente innovativo e sono serviti molti anni perché venisse compreso e adeguatamente diffuso…”. Dunque, come ogni innovazione, anche Strida ha avuto bisogno di tempo per affermarsi, per entrare in contatto con quella parte di utenti che guardano alla bici come un mezzo elegante, funzionale ma, soprattutto, spiccatamente personale ed originale. Perchè nessuno può resistere al fascino indiscreto dell’essere esclusivi ed originali!

    Strida nasce per vivere in città, leggera e sempre pratica
    Strida nasce per vivere in città, leggera e sempre pratica

    Strida idea ma Strida Roma lo sviluppo delle idee creative

    Devo dire però, che l’idea di parlare della bici Strida, mi è venuta dopo aver parlato con i “creativi” di Strida Roma, Paolo, Andrea e Luca, ragazzi ed imprenditori soprattutto che hanno preso a cuore questo “progetto”, da cui e con cui convivono ogni giorno.

    La cosa che vorrei sottolineare che Strida Roma non commercializza solo la bici ma la crea, la migliora, la personalizza rendendola unica ed esclusiva come vedremo nell’intervista che leggerete più avanti. Quindi non solo un “importatore” ma, soprattutto, un gruppo di lavoro ed un laboratorio creativo attivo che sa guardare avanti, nelle esigenze del singolo, nella tecnologia più funzionale, ma anche all’interno di tutte quelle richieste pratiche che rendono Strida la bici intermodale per eccellenza.

    Strida 2014, mille modi per vivere Strida, mille personalizzazioni con Strida Roma
    Strida 2014, mille modi per vivere Strida, mille personalizzazioni con Strida Roma

    Strida: i suoi punti di forza per una “convivenza” in simbiosi con la città e l’utente

    Ma cosa rende questa bici così accattivante e speciale? Sono tanti e tutti importanti i suoi punti di forza: tra questi il fatto che non sia solo pieghevole ma anche intermodale come abbiamo già accennato, il fatto che si apre e chiude in meno di 3″ e che, a vista, non c’è nulla che sporge e che interferisca con lo spostamento (nessuna preoccupazione di trasporto, nessun bullone che sporge, ecc) oppure che possa sporcare l’utente, visto che Strida ha la trasmissione a cinghia dentata in kevlar (riuscite a pensare a 80.000 km di durata, ovvero due volte il giro del nostro pianeta?) che non necessita di alcuna lubrificazione.

    Strida Evo ha un cambio sequenziale a 3 rapporti
    Strida Evo Orange ha un cambio sequenziale a 3 rapporti

    E poi ancora, il suo design originalissimo, che consente di spostarla sulle sue ruote (tra l’altro Strida è leggera con pesi piuma compresi tra 9 e 12 kg a secondo dell’allestimento), la tracciabilità in caso di furto, visto che ogni “pezzo” ha un suo numero di matricola impresso sul telaio, il doppio freno a disco meccanico, che significa sicurezza attiva e risposta immediata dei freni in città (cosa che nel traffico urbano è elemento indispensabile), il fatto che non teme mai l’umidità o la salsedine, quindi si va alla grandissima sotto la pioggia o al mare e, infine, la possibilità di tante variabili e personalizzazioni, su cui Strida Roma lavora sempre, proponendo all’utenza un range di bici/soluzioni, da fare invidia al mondo della moto… Senza dimenticare la chicca della EVO3 Orange, che dispone di cambio sequenziale a tre rapporti, eccellente, come vedremo nella prova, nel suo funzionamento legato alla variazione di rapporto.

    Strida 2014: la zona con snodo sferico che consente di piegarla
    Strida 2014: la zona con snodo sferico che consente di piegarla

    Un po’ di tecnica Strida, come è fatta

    Le Strida del test che Strida Roma ci ha messo a disposizione sono la bellissima EVO3 Orange con cambio sequenziale  a 3 rapporti e la Red Devil, nel suo accattivante colore rosso fuoco. Ma l’essenza del concetto è praticamente lo stesso per tutte. La base è il telaio in alluminio 7000, sabbiato perla EVO Orange, con saldature a vista davvero all’altezza della migliore scuola se parliamo di lavorazione meccanica e precisione dei punti; come detto in precedenza, si possono variare molte cose con la personalizzazione dedicata ed è questo il vero plus del progetto Strida Roma.

    Strida 2014: la zona posteriore con andamento monobraccio del telaio
    Strida 2014: la zona posteriore con andamento monobraccio del telaio

    Tutto parte dal triangolo…

    Tecnicamente poi, il design del telaio si orienta verso la forma a triangolo che va a “costruire” inferiormente (con forma monobraccio, che ricorda la desinenza motociclistica…) la zona di collocamento del mozzo, contenente il meccanismo di pedalata e l’attacco della ruota posteriore, ma che è anche e soprattutto punto di innesto e congiungimento con lo “stelo” del monobraccio, il cui accoppiamento è immediato grazie al blocco automatico per mezzo di linguetta a scomparsa di innesto/disinnesto; questa è la zona dove “lavora” la mano dell’utente per aprire/chiudere la bici. In cima allo stelo è posta la triangolatura dove poggia il manubrio, dotato di speciali manopole ergonomiche (con appoggio per i palmi della mano), blocco/sblocco dei semimanubri retrattili e anelli elastici che, una volta infilati sulle leve freno, bloccano il movimento delle ruote, cosa utile sia per piegare velocemente Strida che per il parking.

    Strida 2014: il particolare del disco posteriore meccanico
    Strida 2014: il particolare del disco posteriore meccanico

    Nella parte alta, quella dove si chiude il triangolo, c’è lo snodo che è poi il cuore del meccanismo pieghevole di Strida, nel cui tratto legato al tubo centrale è sistemata la sella ad “ascensore”, che può essere spostata in altezza, a secondo dell’altezza/stile di guida dell’utente,  semplicemente allentando le due brugole (la chiave esagonale è alloggiata sotto la sella). I monobrac