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    L’EROICA IN SELLA ALLA ZONTES T310

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    Sulle tracce dell’Eroica in sella alla Zontes T310 Adventure, una moto unica, completa caratterizzata dal “tutto di serie”. Prezzo unico e tantissimo divertimento

    La bellezza fa parte della vita così come le passioni, quelle vere ed intense. In questo viaggio abbiamo scoperto un “mondo sospeso” tra la bellezza autentica dei luoghi ed i caldi colori autunnali, tra paesaggi spettacolari e infinite distese di colorati vitigni adagiati sulle colline del Chianti lungo un infinito e variegato percorso tra asfalto guidato e sterrato.

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    Ma tutto questo e molto di più: è L’Eroica, un viaggio unico e spettacolare lungo i cinque percorsi a lunghezza variabile comprese tra i 32 km della “Passeggiata” fino ai 209 del “Lungo” per un totale di 115 km di strade sterrate, senza dimenticare i tre tracciati intermedi del “Piccolo Chianti” da 46 km, del “Corto” da 78 km e del “Medio” da 130 km.

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    Una moto con tanti numeri primi

    Ma, al di là dei numeri e dei km percorsi, l’idea di base era una prova capillare ed approfondita della nuova Zontes T310, Adventure per definizione tutta da scoprire. Vi dico subito che, già dopo qualche km percorso, abbiamo fatto qualche rapida riflessione su questo prodotto, realmente alternativo e completo e che, senza timore della concorrenza, è proposto ad un prezzo oserei dire incredibile a fronte di un’offerta eccellente se parliamo del concetto tutto di serie.

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    Quel “tutto di serie” ha stupito anche noi

    A questo punto, prima di entrare nel dettaglio dei 300 km percorsi in sella alla T310, vorrei fare qualche breve riflessione di carattere schietto: il segmento Adventure è quello dove oggi le Case si danno più battaglia a suon di modelli, puntando su design e prestazioni, specie nella cilindrata che ruota attorno ai 300/400 cc.

    Senza nominare la concorrenza, scopro che Zontes propone la T310 ad un prezzo di 4990,00 Iva inclusa e f.c., prezzo che fa rimanere sbalorditi a fronte dei tanti accessori di serie di cui, i più eclatanti ed interessanti, sono il cupolino/parabrezza elettrico, l’apertura tappo serbatoio /sella elettrici, il sistema keyless che permette di sbloccare la moto già a 1,5 metri e la presa di ricarica USB oltre alle protezioni telaio/motore.

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    Un grande salto qualitativo made in China

    A questo punto comprenderete che la cifra è assolutamente unica ed esclusiva in rapporto alla concorrenza Adventure. Sia chiaro che, a differenza di quanto uno possa pensare nell’immediato, straccio subito ogni dubbio tecnico sul reale valore del progetto Zontes; questa è una moto costruita molto bene, raffinata nel design e che ha una propria scioccante identità europea. Quindi non una “moto cinese” come concetto denigratorio ma, piuttosto, una gran bella moto realizzata da un colosso che vanta una tradizione che scala verso il successo.

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    Vi dico che nel realizzare la gamma Zontes (che comprende 4 segmenti di mercato con la R310, la X310, la nostra T310 e la V310), si intuisce un’idea che guarda avanti: Guang Dong Tayo è stata fondata nel 2003 a fronte di un investimento di 2,6 miliardi di yen e l’Azienda prende vita grazie alle 1600 persone che vi lavorano su un’area di 400.000 mq. Il 60% dell’R&D vanta tecnici preparati per gli standard europei con proprietà di ben 413 brevetti. Tra i premi conquistati per ben tre volte, il prestigioso Tecnology Innovation Award, a testimonianza che le moto che escono dalle catene di montaggio, sono prodotti tecnologici e raffinati in ogni loro più piccolo dettaglio.

    Ci metto la faccia nel dire che questo è un ottimissimo prodotto

    Sono ormai moltissimi anni che provo moto e, mettendoci la faccia, posso dire che quella che ho provato è una Adventure validissima, bella da guardare e curata nel suo design, dotata di tutto ciò che serve, equipaggiata con un bel motore “robusto” e grintoso, comoda ed iper accessibile e capace di divertire anche uno scettico come lo sono io, almeno quando si parla di prodotti made in China, almeno di un certo tipo…

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    A me, a noi, Zontes T310 è quindi piaciuta un sacco e, lo dico senza peli sulla lingua e, prima di spendere molto di più per acquistare una Adventure, vi invito a provarla. Le prime impressioni vi conquisteranno al 100% e vi troverete in quanto state leggendo, ne sono stracerto.

    Prima di raccontarvi la Zontes T310 qualche dato sul nostro viaggio

    Le strade de L’Eroica (che nasce come manifestazione cicloturistica), parte da Gaiole in Chianti e sono state scenario ideale e perfetto per questa prova autunnale sui quasi 300 km di tracciato, tra sterrato e asfalto tutto da guidare, immersi in uno scenario suggestivo ed unico che sembra fatto apposta per essere vissuto in sella ad una moto.

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    Dopo aver ritirato le moto a Rignano sull’Arno – direttamente presso la sede Distribike, distributore ufficiale Zontes per Italia, Germania e Austria – ci siamo diretti verso Radda in Chianti, base di partenza del nostro viaggio in sella alle T310 con accomodation presso il Relais Santa Cristina, che si trova esattamente sulla strada legata al percorso Eroica.

    LA VIDEO INTERVISTA A MIRANDA – RELAIS SANTA CRISTINA

    Qui abbiamo incontrato una persona davvero speciale, Alessandra o meglio Miranda (guardando la nostra video intervista capirete…) che ci ha raccontato, non solo lo spirito con cui affrontare l’Eroica ma, soprattutto, il mood che la lega a questo territorio realmente speciale anche in tempi di pandemia. Questi sono incontri speciali, di quelli che fanno capire il valore del nostro territorio, della terra intesa come luogo di appartenenza oltre che di un sano vivere in un luogo dove i nomi più nobili dei vini fanno la differenza a livello mondiale.

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    Ed ora parliamo della T310: il monocilindrico ZT-310

    Questo propulsore da 312 cc, che unisce tutta la gamma Zontes, si presenta molto compatto e leggero: Zontes ha puntato anche su un design moderno ed evoluto, come dimostrano la compattezza dei carter motore, l’aspetto del gruppo termico/testata ed alcune scelte tecniche decisamente raffinate.

    Un bialbero da 9500 giri “quattrovalvole” da 35 CV

    Il monocilindrico, ovviamente raffreddato a liquido, è stato sviluppato da TAYO Motorcycles ed è caratterizzato da corsa corta di 62 mm per alesaggio da unità super quadra grazie ai suoi 80 mm; la potenza è di 35 CV a 9500 giri con coppia di 30 Nm a 7500 giri mentre la distribuzione vanta doppio albero a camme in testa “quattrovalvole”. Come accennato è un motore leggero con i suoi 40 kg, peso di riferimento anche se paragonato alla concorrenza europea.

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    Elevato rapporto di compressione, cilindro in alluminio e contralbero

    Merito, ad esempio, del cilindro in alluminio (con trattamento galvanico della canna Nicasil) che favorisce ottimo scambio termico a fronte di maggiore potenza che si identificano nella scelta di scegliere un elevato rapporto di compressione pari a 12,5:1, dato inusuale per un piccolo mono e che invece riesce ad elevare al meglio il gradiente di combustione in camera di scoppio, oltre a “uniformare” le caratteristiche legate all’erogazione della potenza. Altro dato a beneficiarne, sono i consumi visto che la T310 offre un consumo davvero bassissimo (merito anche del cambio a sei marce), concretizzato nella nostra prova con un valore medio di 3,7 litri/100 km.

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    Doppia pompa olio per fare tanta strada in sicurezza

    Ma questi non sono gli unici “parametri di riferimento tecnico”: spicca la doppia pompa dell’olio: una lubrifica manovellismo e bialbero, l’altra spinge il lubrificante dal motore al telaio. E poi, per abbattere le vibrazioni a fronte di un miglior comfort di guida, c’è l’albero di bilanciamento ed infatti, nella prova della T310, il termine “vibrazioni” non lo leggerete. I tecnici, oltre a lavorare bene sugli attriti e scorrevolezza del manovellismo, hanno scelto la strada del contralbero per un maggior gradiente di confort di guida cittadina, urbana ed extraurbana.

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    Olio che transita nel telaio, vecchia soluzione ma sempre valida

    Scendendo all’interno del monocilindrico, scopriamo altri accorgimenti tecnici interessanti come ad esempio l’iniezione elettronica DELPHI, la biella che lavora su bronzine ad elevata scorrevolezza, il pistone molto leggero, che assicura elevata rapidità nelle accelerazioni, oltre al citato circuito olio che “transita” all’interno del telaio e questo per abbattere le temperature olio a fronte di una maggiore affidabilità sia nel tempo che nelle “tirate” autostradali sulla lunga percorrenza.

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    Una ciclistica a punto, la T310 una “light” da 149 kg

    Anche la ciclistica della T310 è decisamente curata con un pack sospensioni in linea con la concorrenza ma con una maggiore attenzione al setting generale. Spicca il telaio in tubi con telaietto posteriore fisso a cui si aggiungono dei pannelli di copertura in plastica mentre un elemento che a noi è piaciuto è il forcellone (intrigante la piastrina di registro della catena), sempre in alluminio trattato, che presenta delle lavorazioni belle da vedere con zone di pieno/vuoto che creano una struttura molto accattivante oltre che rigida dove serve.

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    Le quote della T310 prevedono un interasse di 1347 mm ed un’altezza sella a quota 755 mm, quindi che ben si adatta ad ogni taglia di rider. La forcella vanta sistema USD e mono posteriore regolabile nel precarico, mentre l’impianto frenante prevede unità a disco singolo davanti e singolo posteriore entrambi con ABS disinseribile Bosch.

    Due Mode di guida ed uno scarico dal design aggressivo

    In tema di elettronica, oltre alla presa USB ed una valida e chiara strumentazione LCD, spiccano le mappe legate ai Mode di guida con ECONOMY e SPORT, la cui differenza si percepisce soprattutto nella reattività motore oltre che nella progressione legata all’erogazione.

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    Inoltre, la T310 si fa notare per il voluminoso ed aggressivo scarico sovrapposto, a mio avviso un vero segno distintivo by Zontes ma, soprattutto, per quel bellissimo parabrezza elettrico che può essere spostato in alto ed in basso su due posizioni, un optional rigorosamente di serie, che si paga caro – quando c’è – se parliamo della concorrenza…

    Ed infine, gli altri accessori di serie tra cui i paramani con anima in alluminio, il portapacchi e la staffa parafango posteriore in alluminio, i paramotore/telaio, la centralina Delphi, l’ABS Bosch 9.1, la batteria al litio ed i potenti fari LED.

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    COME VA: una moto bellissima da guidare e molto divertente

    Che moto! 300 km di goduria piena tra asfalto da guidare, pieghe e sterrati lenti e veloci che ti corrono accanto insieme ai vitigni, sempre presenti per tutto il percorso: questo è il mood dell’Eroica! Si parte all’alba, molto presto quando l’asfalto è ancora umido ma, la voglia di “intraprendere” questa prova, ci invita a metterci subito in sella per una giornata di 100% prova.

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    Un appunto, l’unico, lo faccio subito e me lo levo di dosso: non mi sono piaciute le coperture di serie CTS, tengono poco o nulla sul viscido e non infondono quella sicurezza massima in piega che serve per affrontare l’asfalto toscano molto regolare. L’appoggio c’è, ma la tenuta non è delle migliori e questo anche quando l’asfalto e la temperatura si fanno più miti. Ecco solo questo l’appunto, ma credo sia una cosa di facile soluzione per far godere al massimo il dinamismo di questa Adventure.

    La posizione di guida è ideale e decisamente comoda: la sella è ampia ed avvolgente e consente di trovare subito la propria posizione in sella anche per via della particolare ergonomia ed andamento; le braccia sono larghe, il busto leggermente proteso in avanti mentre la posizione delle pedane è ideale e si avverte che sia stata sviluppata per rider di taglia media.

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    I comandi sono tutti a portata di dito grazie a grandi blocchetti “multifunzionali”, mentre la protezione aerodinamica delle gambe è garantita dalla forma dell’area frontale della T310 così come quella del busto/testa lo è per merito del plexiglass del cupolino elettrico; nella posizione più bassa protegge un pelino di più la zona del busto, mentre in quella più alta il casco rimane “in ombra” dal flusso d’aria che viene deviato appunto dal plexiglass.

    E parliamo del motore: tondo, regolare, pulito nell’erogazione, è un monocilindrico che sa sorprendere. Silenzioso e tonico nel regalare la sua potenza, sale sempre vigoroso e pieno già a basso numero di giri, complice un’azzeccata rapportatura del cambio che piace per scorrevolezza nell’inserire le marce anche se “punta” un pelino sulla quarta marcia sia in scalata quanto in salita di marcia.

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    La rapportatura corta delle prime tre quattro marce invita a cercare subito la marcia successiva mentre il gradiente di coppia si rende più presente a partire da 2500 giri per poi mostrare una zona più tonica poco sopra i 3500 giri. La potenza è molto ben distribuita, fattore che testimonia una fasatura progressiva ed accentrata sul “tiro”, cosa che si rivela utile nella guida apri/chiudi sulle strada più guidate.

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    Da 4000 giri in su, la potenza si fa più incisiva così come la spinta tonica e si avverte che questo è un motore “corsa corta” perché molto legato al gas ed “affamato” nella richiesta di apertura gas a fronte di marce alte.

    La spinta diventa più aggressiva superati i 5000 giri per poi allungare con un guizzo attorno ai 7500 giri, momento da cui in poi si avverte un discreto allungo fino alla soglia del limitatore.

    Questa l’espressione massima del DOCH della T310 ma ciò che mi è piaciuto di più sono la sua grande guidabilità sulle marce alte, la pulizia di erogazione a tutti i regimi, la spinta incisiva da metà a ¾ di gas senza dimenticare quel carattere unico del monocilindrico “super quadro” legato ad una maggiore trattabilità in virtù dell’elevato rapporto di compressione. Zero le vibrazioni sulle pedane o sul manubrio mentre la ridotta cilindrata soffre un pelino quando le pendenze aumentano di molto ed allora meglio passare alla marcia inferiore per riprendere vigore ed assaltare le curve in successione.

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    Ed a proposito di ciclistica, ho trovato molto buono il setting delle sospensioni: la forcella è un pelino morbida ma “tiene” bene nella seconda parte della sua escursione mentre nel primissimo tratto di corsa avrei preferito un freno più accentuato. Il comfort globale però è buono ed anche il mono posteriore lavora in modo abbastanza neutro e mi è piaciuto sui tratti sterrati per la progressione così come la forcella, anche se le coperture presentavano poca attitudine per lo sterrato…

    Nella guida stradale mi è piaciuto il comportamento negli “scambi” veloci anche se non ho potuto azzardare per mancanza di fiducia nella tenuta delle coperture; ottima e leggera tra le mani, la T310 piace nel far sentire il pilota un tutt’uno con la moto, complice appunto un setting azzeccato delle sospensioni a cui mancano solo le regolazioni per la forcella. In frenata l’affondamento della forcella sembra ben controllato così come il posteriore rimane ben allineato senza accusare bruschi trasferimenti di carico. Nella guida offroad sugli sterrati toscani, il comportamento è in linea con le caratteristiche di una Adventure, ovvero forcella che “tiene” e mono che asseconda il fondo sconnesso dei tratti sterrati. Ben frenato e morbido nella prima porzione di corsa, più appuntito nella seconda.

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    Ed infine, buona la frenata ma si sente la mancanza del doppio disco anteriore: la frenata è un pelino lunga e poco modulabile, specie nella seconda porzione di corsa. Il mordente c’è ma è breve e poco “consistente” anche se va considerato il peso light della T310 che grava ben poco sull’impianto frenante. Qualcosina in più di incisività non guasterebbe.

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    Le mie conclusioni

    Per concludere, Zontes T310 è una continua sorpresa: costa poco ma il valore del prodotto è sorprendentemente elevato. Piacciono il design e le soluzioni scelte da Zontes, sempre originali a fronte di un prezzo bassissimo che offre tutto di serie. Cosa che mi ha fatto porre la domanda, ma perché comprare un’altra moto e spendere molto di più se questa ha già tutto per un divertimento massimo? La risposta dove che anche voi l’avrete provata presso la rete dei Concessionari Zontes.

    SECONDA OPINIONE DI LORENZO PALLONI (il nostro fotografo)

    Ho avuto la possibilità oltre che di scattare le foto del servizio che vedete anche di provare la moto, una bella opportunità in un contesto reso ancor più magnetico dai colori autunnali. Da fotografo a tester, mica male per due giorni di full immersion in sella alla T310.

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    Sono partito per la prova della Zontes T310 pieno di dubbi sulla qualità costruttiva, i materiali, le dotazioni tecniche e gli accessori impiegati. Perché? Perché è di moda considerare i prodotti “made in China” come un qualcosa di bassa qualità, scadenti e poco affidabili. Mi sbagliavo! Appena ho visto la moto sono rimasto meravigliato dall’estetica, non sembra per niente cinese, caratterizzata da linee spigolose che le conferiscono un’aria sportiva e “frizzante”. Curata nei minimi particolari, spiccano le ottime rifiniture del para telaio, che rispetto ad altre concorrenti è di serie, la forma dello scarico, che di fatto richiama quella di una ben nota casa italiana mentre la fattura del forcellone è chiaramente ispirato a quello che equipaggia la sua diretta rivale KTM 390 Adventure.

    Ma come va la moto?

    Andrea ed io abbiamo avuto l’opportunità di provare la moto per le bellissime strade delle colline del Chianti e sul famoso tracciato de L’Eroica per capire a pieno di che pasta è fatta la moto. Personalmente sono rimasto senza parole. Avevo paura, vista la cilindrata, che il motore spingesse poco invece è molto elastico e questo fa sì che la spinta risulti bella corposa e piena a tutti i regimi.

    Per le tortuose strade toscane si viaggia veloci, il motore non fatica mai, sia in uscita di curva quanto in salita e se si scende troppo di giri basta scalare una marcia per ritrovare spinta e coppia a sufficienza.  Ciò permette di viaggiare senza problemi con marce alte e di effettuare poche cambiate. Il tutto rende più lineare e piacevole la guida ed abbatte i consumi…

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    Il cambio è morbidissimo e le marce, grazie alla corsa corta della leva, entrano facilmente, anche se raramente la quarta marcia tende ad impuntarsi. Forzando di più il ritmo si può notare come la moto sia molto stabile, precisa e reattiva complice anche l’ottima taratura di base delle sospensioni. Quest’ultime mi hanno sorpreso particolarmente soprattutto parlando della forcella; sia su strada quanto sui sentieri sterrati, trasmettono un feeling eccellente, progressivo e sostengono il giusto oltre ad assorbire perfettamente qualsiasi asperità comunicando sempre cosa accade sotto la gomma. Lungo il tracciato de L’Eroica la ciclistica si è rivelata veramente a punto e la posizione di guida sia da seduti che in piedi è risultata molto comoda dando la possibilità di percorrere molti chilometri senza avvertirne il peso.

    La protezione aerodinamica è buona: il cupolino (regolabile elettronicamente, di serie) copre bene e solo le braccia risultano scoperte. Il freno davanti, singolo, non mi ha fatto impazzire per la sua risposta: morde subito, ma continuando a premere sulla leva perde modulabilità. Male le gomme con cui erano equipaggiate le nostre moto, non mi hanno mai trasmesso fiducia e sicurezza sia su asfalto che sulle strade bianche poiché si avvertivano spesso perdite di aderenza soprattutto in ingresso curva.

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    Tutto sommato Zontes T310 si è rivelata un’ottima moto, per l’estetica sono stati ripresi i punti forza di alcune moto europee (regine del design) che combinati alla linea della moto donano un look azzeccato; inoltre la risposta del motore e della ciclistica uniti ad accessori forniti di serie che mancano ad alcune rivali, sottolineano la bontà del progetto sciogliendo definitivamente qualsiasi dubbio e pregiudizio riguardo la qualità costruttiva cinese che ora può e deve essere paragonata a quella di case ben più note e blasonate a fronte anche del sorprendente prezzo d’acquisto.

    (Foto LORENZO PALLONI, si ringrazia Relais Santa Cristina e la Sig.ra Miranda)

        In collaborazione con:

    LIQUI MOLY

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    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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