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    PartirePer, il piacere del viaggio puro

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    Vi racconto la mia esperienza con PartirePer in sella ad una Honda Africa Twin 1100 DCT A.S. immerso in un viaggio unico sull’appennino tosco-emiliano

    Honda Africa Twin Adventure Sports 1100 DCT è da tempo la regina indiscussa delle Maxi enduro. Questo quindi non è una nuova prova di questo modello ma un racconto autentico di come un mezzo così versatile sia stato il vero asso nella manica durante questo viaggio.

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    PartirePer, associazione per chi ama l’Avventura

    Tra le molte cose che faccio, sono anche il fotografo ufficiale degli eventi di PartirePer, associazione culturale fondata da Gionata Nencini, moto viaggiatore che ha all’attivo più di 600 mila km in giro per il mondo. PartirePer nasce con lo scopo di motivare ed avvicinare i moto viaggiatori e questo porta anche all’organizzazione di tendate e moto giri con tanto di bivacco.

    Proprio la mia partecipazione ad un moto-giro con bivacco on-off in sella ad una Africa Twin Adventure Sports 1100 DCT, mi ha permesso di seguire e fotografare i partecipanti sia su strada che fuori strada!

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    Iniziamo dal ritiro della moto

    Ritirata la moto presso Honda Europe a Roma, (che mi è stata fornita con il tris di valige rigide), ho provveduto a caricarla con tutto il necessario per affrontare due giorni sull’appennino tosco-emiliano con le cime coperte di neve, visto che il programma prevede di bivaccare sopra i 1000 mt. Ovviamente, portando tutta l’attrezzatura fotografica che doveva essere facilmente accessibile.

    La scelta, quindi, è stata quella di distribuire i pesi sulle valige laterali con il necessario per dormire al caldo in tenda e per cucinare la sera intorno al fuoco. Nel bauletto posteriore invece, hanno trovato posto un cambio di vestiti, l’attrezzatura fotografica e alcune cose che potevano essermi utili durante la giornata.

    Poi, per non avere troppo peso a sbalzo, ho deciso invece di legare una sacca stagna sulla sella passeggero all’interno della quale ho riposto la tenda.

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    Il mio viaggio inizia da Roma

    Il mio viaggio parte proprio da Roma direzione Pistoia, luogo dal quale partono i moto-giri: un viaggio quasi tutto in autostrada e l’ottima protezione aerodinamica della Africa Twin 1100, non mi ha fatto sentire minimamente il freddo grazie al parabrezza regolabile ed il serbatoio maggiorato.

    Ma c’erano pure i paramani e le manopole riscaldate. Una bella manna dal cielo…Aggiungo inoltre che la lunga l’autonomia offerta da questa Honda, non ha richiesto soste carburante e, grazie al cruise control, sono arrivato senza nemmeno rendermene conto.

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    In moto con rider esperti e non

    Questi moto-giri con bivacco di PartirePer, nascono come un modo per unire moto viaggiatori, esperti e non che vogliano condividere lo spirito di avventura con altri appassionati e magari testare qualche nuovo pezzo del loro equipaggiamento, simulando in tutto e per tutto un viaggio alla scoperta di nuove strade e posti immersi nella natura, dove poi fermarsi per bivaccare.

    Per quanto concerne il mio lavoro invece, lo scopo era quello di realizzare un servizio fotografico di tutta l’esperienza, sia con foto corali durante i momenti di sosta, nelle pause per rifocillarsi e nella preparazione del bivacco, sia con foto dinamiche durante gli spostamenti.

    A tal proposito, quindi, devo sempre anticipare i partecipanti lungo il percorso così da potermi posizionare per realizzare delle foto durante il loro passaggio sia su asfalto che in fuoristrada.

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    Le tracce GPX per capire dove andare

    Sul mio smartphone poi, ho utilizzato un APP che mi permette di seguire delle tracce GPX, ma grazie al TFT dell’ATAS e ad Android Auto, collegando il telefono alla moto con il cavetto USB, posso visualizzare sullo schermo della moto il tracciato, cosa che facilita molto la vita non avendo bisogno di mettere mano al telefono.

    L’appuntamento era davanti al Motoviaggio Store, e pian piano i partecipanti iniziano ad arrivare popolando il parcheggio, il che segna l’inizio del mio lavoro, così dopo qualche foto di rito dei saluti e del briefing siamo tutti pronti per partire.

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    Mi stacco subito dal gruppo per andare a posizionarmi per il primo passaggio, dovendo cercare un posto che fosse fotograficamente accattivante, lasciandomi alle spalle la città per iniziare a salire verso il primo paesino.

    Moto carica ma sempre agile tra i tornanti

    La moto nonostante sia carica, non si fa problemi nel destreggiarsi tra i tornanti, dandomi subito una sensazione di sicurezza anche se l’asfalto è ancora umido della brina notturna; proprio grazie alla tanta elettronica e alle mappe disponibili, imposto la mappa Urban che ha un’erogazione più docile, mentre per il cambio DCT scelgo di utilizzare la mappa S1 così da poter affrontare i tornanti con un po’ più di grinta.

    È ora di scattare le prime foto

    Trovato il posto giusto, dovevo solo fermarmi, togliere il casco aprire il bauletto e prendere la macchina fotografica: approfitto per piazzare anche il cavalletto per fare una piccola ripresa del passaggio e aspetto il loro arrivo per scattare le foto, poi tutto all’inverso rimettendo via l’attrezzatura, casco, guanti e si riparte all’inseguimento del gruppo per poterli sorpassare ed aspettarli di nuovo!

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    Come è possibile immaginare, dover fare tutte queste cose così velocemente – restando concentrati sulla guida – rende tutto molto impegnativo. Anche perché si passa da asfalto a sterrato senza nemmeno accorgersene.

    Ma grazie al cambio DCT e alla possibilità di alternare velocemente la mappa TOUR con quella OFF ROAD, non devo pensare ad altro che a seguire la traccia e scegliere lo spot più bello!

    Meteo poco clemente e c’è pure la neve!

    Il tempo corre velocemente e questa edizione è resa più intensa oltre che dal meteo che ogni tanto ci avvolge in una fitta nebbia, soprattutto dalla neve, puntualmente presente sul tracciato, elemento che ci costringe a volte a cambiare strada, mentre in altre ci obbliga ad alcuni passaggi ben più impegnativi.

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    Ma è proprio questo che scatena la magia, facendo si che nonostante i partecipanti si siano conosciuti da poche ore, lo spirito di gruppo li rende amici pronti ad aiutarsi sia a rialzare una moto che a spingerne un’altra fuori da un tratto di neve.

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    Arrivati su una strada con un lungo tratto innevato un piccolo gruppo di partecipanti più esperti decide di andare all’avanscoperta per capire quanto sia difficoltosa la percorrenza, con qualche difficoltà e caduta senza conseguenze riescono ad arrivare ad un’intersezione con la strada asfaltata, consigliandoci di tornare indietro perché per i meno esperti il passaggio era abbastanza arduo. Così tornati sulla traccia bypassiamo quel tratto e torniamo a seguire il percorso stabilito.

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    Le ambientazioni spesso lasciano senza fiato, si passa da strade immerse nel bosco dove gli occhi sono rapiti da ruscelli e distese di foglie di tutte le tonalità invernali, fino a momenti in cui sei sulla cresta di una montagna, dove davanti agli occhi si aprono scenari bellissimi.

    Ed ancora, passare su tratti asfaltati dove nonostante tutto ti sembra di essere su una pista per quanto le curve siano disegnate a natura e misura di motociclista.

    Siamo quasi al bivacco

    Prima del bivacco è obbligatoria una sosta al supermercato dove fare scorte per la cena, e per chi ne ha bisogno, fare anche rifornimento di carburante. Nel mio caso però non è necessario visti i quasi 25 litri di capienza del mio serbatoio.

    Ci dirigiamo insieme verso il luogo designato per il bivacco, che si trova sopra i 1000 metri, ormai è scesa la notte e l’ultimo tratto prima di arrivare in cima è su una strada sterrata, non ci sono luci, nemmeno il chiarore della luna, ma l’aiuto delle cornering light rende il destreggiarsi tra le curve molto semplice, avendo sempre una piena visuale senza la necessità di attivare gli abbaglianti che potrebbero infastidire gli altri partecipanti.

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    Arriviamo al punto del bivacco: intorno a noi c’è solo la neve ed un silenzio magico. Dopo aver montato la tenda e preparato tutto il necessario per riposare, al fine di ottimizzare lo spazio nella mia piccola tenda, decido di riporre il casco nella valigia laterale sinistra che nonostante la particolare forma, permette al mio casco adventure con tanto di aletta parasole di stare al riparo dall’umidità notturna.

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    Tutti attorno al fuoco

    Ora è il fuoco il centro dell’attenzione: ci illumina e ci scalda, qualcuno prepara un pasto caldo con il fornellino ed un pentolino, qualcun altro invece arrostisce una salsiccia sulla brace.

    Questa è la parte dove si consolidano le amicizie nate nel fango e nella neve, dove si ride e scherza, dove ci si arricchisce dei racconti dei partecipanti, tutte persone che condividono una stessa passione ma che magari l’affrontano con punti di vista diversi.

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    Primo bilancio di giornata in sella ad Africa Twin 1100 DCT

    Faccio un piccolo bilancio della giornata, che è stata impegnativa per via della neve e del fango trovato, ma l’Africa Twin mi ha portato sempre a destinazione senza mai mettermi realmente in difficoltà.

    Do uno sguardo alle immagini sulla fotocamera e mostro ai partecipanti qualche scatto fatto durante la giornata, le esclamazioni di stupore e i complimenti mi ricaricano più del calore del fuoco!

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    Finito di mangiare, qualche veterano dei moto giri ci rallegra la serata con racconti ed aneddoti di qualche edizione passata, scatenando le risate del gruppo, mentre qualcun altro passa con del buon vino rosso a riempire i bicchieri, che non guasta mai!

    Il mio lavoro è raccontare attraverso le immagini, quindi in silenzio mi nutro dei loro racconti cercando il modo di catturare qualche immagine visto che la luce è ormai poca.
    Il tempo passa, si raccoglie altra legna per tenere vivo il fuoco, qualcuno inizia ad accomiatarsi per ricaricare le energie visto che il giorno dopo ci attendono altri km di sterrato e probabilmente altra neve e fango.

    Il giorno dopo, pronti ad un nuovo giorno in moto

    Al mattino siamo di nuovo tutti pronti per ripartire, la mia Africa Twin è di nuovo a pieno carico, scendiamo dalla stessa strada da cui siamo saliti e poi ci infiliamo in una strada sterrata abbastanza pietrosa e con una discreta pendenza.

    Qui, la ruota da 21”, le sospensioni morbide oltre all’ABS posteriore disinserito, mi permettono di scendere a valle in sicurezza e senza troppo impegno.

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    Mi lascio il gruppo alle spalle e mi dirigo verso un nuovo spot, siamo su asfalto e senza rendermene conto lascio danzare la moto tra le curve che scorrono veloci. Vorrei continuare a guidare per ore ma sono qui per lavorare, quindi mi metto di nuovo alla ricerca dello spot giusto!

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    Noto subito un paio di posti e decido di scegliere quello più ricco di contrasti, il grigio dell’asfalto, il bianco della neve ed il verde/marrone degli alberi, quindi di nuovo giù il cavalletto e sono di nuovo pronto ad aspettare il gruppo.

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    Avere la possibilità di guardare le tracce sul display della moto senza dover ogni volta usare il telefono che con i guanti è sempre scomodo, potermi interfacciare con l’organizzatore, attraverso l’auricolare che è sempre collegato alla moto, mi rende la vita molto semplice, e questo ne giova sul risultato.

    Fine evento, si torna a casa

    Arriviamo al pranzo che coincide con la fine dell’evento: dopo aver mangiato arriva il momento di salutare vecchi e nuovi amici e per me anche quello di fare ritorno verso Roma, affrontando altri 350 km di autostrada dopo un weekend abbastanza impegnativo!

    Lungo l’autostrada ripenso a tutto quello che ho fatto, la diversità di situazioni in cui ho portato questa Honda su e giù per i monti, alternando asfalto a sterrati facili e più impegnativi con fango, neve e pietre.

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    Nel casco spunta un sorriso perché la facilità con cui ho fatto tutto questo è dovuta alla capacità di Honda di realizzare un mezzo così versatile e che mette sempre in condizione di poter affrontare un viaggio su ogni tipologia di terreno.

    IL VIDEO DEL MIO VIAGGIO

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