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    Sterpetti, il suo metallo vivo. Di origini inaspettate…

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    Metalli e creazioni particolari, uniche e pregiate…

     

    A volte si incrociano persone la cui ricchezza più grande equivale ad un concetto di vita che è sinonimo di libertà, quella vera, quella assoluta. E queste persone sono spesso accompagnate da idee, da una modalità di approccio alle cose che li rende personaggi tra la gente comune. Simone Sterpetti è una di queste persone: schietto, sincero, libero, artista di fatto poco comune il cui concetto di performance equivale a trascorrere ore serene seduto, davanti ai suoi piccoli attrezzi, alle sue viti, ai suoi modelli che realizza con l’estro di una fantasia creativa davvero poco comune. In pochissimo tempo Simone ha conquistato il pubblico con i suoi modelli moto che brillano di una luce soffusa, calda, oggetti unici, che intrigano e che non vorresti mai smetti di guardare…

    I suoi modelli, la sua passione, pezzi unici

    Questi modelli emanano passione che si sviluppa grazie a materiali comuni, trovati o reperiti qua e la in giro, come afferma lo stesso Simone in questa personalissima intervista a “cuore aperto”. Una piccola grande magia che si accende ogni volta che l’artista romano inizia una sua creazione metallica, dove un cucchiaio non è un cucchiaio, dove un tubo flessibile idraulico non è un tubo flessibili idraulico, dove il concetto del meccano impone delle “regole” di assemblaggio che spaziano nella prestazioni assoluta di realizzare pezzi unici, veri, magnetici, qualcosa da toccare, proprio come si tende a fare con una scultura.

    Uno stile di vita…

    Questi modelli racchiudono uno stile di vita, una semplice ma raffinata sensibilità artistica che piace ogni giorno di più ad un pubblico variegato ma soprattutto appassionato delle due ruote. E che poi si poggino su un camino, nella libreria di casa a più semplicemente diventino un regalo non fa differenza. Perché l’arte ha mille volti, mille voci, mille forme diverse. Ma due sole mani che creano fantasia e sogni.

    Certo hai avuto una bella idea… Come e da dove nasce questo guizzo creativo?

    “E’ un qualcosa che viene da lontano, visto che sono sempre stato legato all’arte fin da giovanissimo. Quindi dal liceo artistico fino ad un corso di grafica pubblicitaria fino ad arrivare al modellismo, altra mia grandissima passione. Direi che si sono incrociate tutte queste situazione fino a sfociare in queste piccole sculture che racchiudono tutto il know ouv che mi sono creato in questi anni. Le mie moto, il risultato di quello che vedi quindi, sono piccoli oggetti che racchiudono tutte queste passioni”.

    A che tipologia di pubblico si rivolgono le tue creazioni artigianali?

    “Trattandosi di moto sono rivolte ad un pubblico che ha passione per questa cosa… L’oggetto in se stesso poi richiama le persone che in qualche modo si sentono parte del mondo della moto. Direi un target che va dai 18 ai 70 anni…visto che la passione per la moto è un qualcosa che non finisce mai, qualcosa di intramontabile. Magari il rider cambia la moto, adeguandosi ai tempi, ma rimane sempre attaccato a questo mondo, ecco il motivo di un pubblico così ampio che può essere interessato alle mie creazioni”.

    Magari un oggetto da salotto per chi la moto non ce l’ha?

    “Si proprio come accade per me! Poco tempo fa, durante un’intervista Rai, parlavo proprio di questo argomento, riferendomi al fatto che la moto è stata una mia “mancanza” visto che i miei genitori non mi hanno permesso di comprarmi moto per paura. Questa esigenza mi ha certamente spinto a realizzare oggetti da poter guardare, toccare avendoli accanto nella mia casa. Quindi si, le mie moto possono stare benissimo anche in salotto o magari sopra il camino”.

    Ti da una mano qualcuno, manualmente parlando? E per il resto?

    “In realtà tutta la parte manuale la svolgo tutta da solo. Ho qualche amico che mi da una mano si, ma per altre situazioni tipo le fotografie, i materiali, il marketing. Magari in futuro, e da come andranno le cose, se andranno bene, chiederò aiuto a qualcuno. Oggi sono contento perché sono oggetti che nascono prima nella mia testa e poi sono prodotti dalle mie mani, qualcosa di naturale quindi, utilizzando materiali in parte riciclati”.

    E allora come stanno andando le cose…

    “Inaspettatamente le mie realizzazioni stanno riscuotendo successo, stranamente e molto sul pubblico femminile. Il servizio andato in onda poco tempo fa sulla Rai, in un orario in cui si è a tavola, è stato visto da molte donne che hanno avuto l’idea di regalare queste moto ai lori compagni, mariti certamente appassionati di moto ma, soprattutto, perché ritengo si tratti di oggetti mai visti, nuovi anche come idea e quindi una regalo originale ed esclusivo.”

     

    Quanto impieghi per realizzare un modellino ma, soprattutto, che tipi di materiali utilizzi?

    Dipende dalla complessità della moto che devo riprodurre o se invece vado avanti solo con la mia fantasia. In quest’ultimo caso un paio di giorni mentre nell’altro anche dieci giorni, anche se, una volta terminata, lascio sul tavolo il modello per poi tornarci sopra, magari aggiungendo qualcosa. Per i materiali invece, utilizzo acciaio piuttosto che ferro al momento, a volte qualche pezzo in alluminio ma sono sempre alla ricerca di nuovi materiali che aggiungerò in futuro. Quindi i miei fornitori possono essere amici idraulici o negozi di ricambi, meccanici, ecc. Ogni tanto faccio la spesa, anche se comunque qualcosa devo acquistare tipo viteria, bulloni, piccoli particolari”.

    Come mai tutte custom?

    “Molto semplicemente perché i pezzi che recupero si prestano a questa tipologia di segmento. Con il tempo e la normale evoluzione dei modelli sto cercando di crearmi anche altri tipi di soluzioni, proprio per arrivare ad altri tipi di moto. Sarà il passo successivo”.

    Che tipo di attrezzatura utilizzi per cerare le tue motociclette?

    “Dal trapano in poi… Per scelta non uso colle, saldature proprio per rispettare il concetto del meccano, tipo buca e avvita. Anche per rispetto ecologico che poi proviene dalla mia cultura di base concettualmente parlando. Uso piccoli trapani se potrebbero essere paragonati a quelli utilizzati dai dentisti, con i quali taglio, buco, ecc. Uso anche frese rifacendomi un po’ ai strumenti che usa il fabbro ad esempio. Sto pensando anche di produrre dei kit per uno specifico modello in scatola di montaggio, anche se volevo stare lontano da questa strada proprio perché l’unicità del pezzo lo rende particolare. Valuterò più avanti questa cosa comunque.”

    Parlaci del tuo lavoro nel dettaglio creativo…

    “Per me realizzarle è come una liberazione, come andarci sopra… La moto è libertà e trasmette questo, così, quando mi siedo al tavolo di lavoro, provo la stessa emozione, accendo la piccola luce e mi stacco completamente dal mondo a cui appartengo, quindi il sociale e viaggio con la fantasia. Fa bene a me ma anche a ciò che realizzo, perché riesco a far felice qualcuno con i miei modelli e oggi questo non è poco”.

    Chi è Simone Sterpetti nella vita quotidiana?

    “Sono una persona semplice, vivo in campagna e con tante esperienze nella vita e che forse ha capito che, alla fine, le cose realmente semplici sono quelle più vere… Mi ritengo una persona buona con tanti amici attorno e questo in qualche modo è una prova di ciò che sono, non amo crearmi nemici nella vita”.

    La richiesta più particolare di un cliente, se c’è stata, per la realizzazione di un modello?

    “I più complicati da realizzare sono le Harley, quelle con le borse, la carena anteriore, una vera sfida. Al momento non sono ancora riuscito a reperire o individuare degli oggetti comuni che posso impiegare per riprodurre quei particolari, sto pensando di realizzarli personalmente ritagliando dell’alluminio o fogli sottili di acciaio”.

    Ma proposito le moto ti piacciono anche vere?

    “Ovvio che mi piacciono! Prediligo le naked, nude e crude, semplici, perché è come se esprimessero un’energia propria, ti conquistano! E poi mi piace anche correre… Se ho la possibilità lo faccio in auto ma sempre rispettando i criteri di vita”.

    Quanto pensi piaccia alla gente l’idea di comprare i tuoi oggetti sul web senza prima toccarli, guardarli dal vivo come si fa per un’opera artigianale in genere?

    “Fotograficamente sono molto belle da ritrarre. Funzionano anche dal punto di vista del design”.

    La tua prossima creazione in metallo “non nobile”?

    “Sto andando avanti con le ricerche, ci sono tanti materiali che mi ispirano tra cui titanio, kevlar o carbonio vari tipi di leghe o comunque materiali modellabili, visto che non è facile lavorare spesso acciaio o ferro, ti assicuro che non è semplice forare un cucchiaino, visto che sono sempre tre, quattro mm di spessore”.

    Un tuo desiderio da artigiano è….

    “Diventare qualcuno, conquistare una piccola fetta di mercato, vendendo e vivendo del proprio operato, del mio lavoro…”

    Quanto costano le tue creazioni?

    “Stavo pensando visto le richieste a quantificare i costi. Diciamo dai 350 a 400 euro poco più poco meno. Basti pensare che solo la basetta placcata costa 12 euro a cui devo aggiungere sette euro, ovvero il costo della scatola fatta a mano da un artigiano, poi ci sono tutti i pezzi, il tempo che dedico alla realizzazione, visto che di lavoro da fare ce n’è parecchio”.

    Ultima domanda: il tuo pensiero più ricorrente quando lavori….

    “Viaggio molto nella libertà dei miei pensieri…”

    www.altreleghe.com

     

     

     

     

     

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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