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    Kayo Moto TT160, balance performance

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    La TT160 by Kayo Moto è la pitbike più bilanciata della gamma TT, potente e divertente  ha la giusta dose di coppia e potenza pur rimanendo sempre guidabile

    Il centro delle cose è sempre il gradiente per un bilanciamento ideale. E lo è anche nel segmento moto ed in particolare quello dello pitbike dove, le cilindrate ormai si spostano sempre più in alto a fronte di prestazioni sempre più interessanti. E Kayo Moto questa “formula” la conosce molto bene.

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    La gamma TT, ormai lo sappiamo bene, si apre su un range di cubature ampio e variegato: dalla TT110 fino alla TT190, la più “tosta” del lotto che però non è adatta a muovere i primi passi in offroad.

    Completiamo i test della gamma TT Kayo Moto

    Noi l’abbiamo comunque provata tempo fa, solo dopo il test della TT140, la moto più adatta per i neofiti. Ma, tornando al tema legato al centro delle cose, la più bilanciata della gamma TT è senza dubbio questa TT160, moto potente e divertente che ha la giusta dose di potenza pur rimanendo molto guidabile.

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    La gamma 2022/2023 arriva con un telaio e grafiche arancio, molto più intrigante rispetto al colore nero. Non cambia nulla sulla moto ma, questa nuova scelta cromatica per il telaio, la rende più decisa ed accattivante oltre ad evidenziare meglio alcune zone della pitbike by Kayo Moto.

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    Aspetto nuovo che la rende più aggressiva

    Esteticamente quindi, la moto piace: la nuova grafica arancio “aderisce” meglio al colore del telaio, evidenziando la zona centrale di sdoppiamento delle travi, di cui la principale scende verso le pedane mentre quella inferiore crea un arco fino al centro del telaio stesso.

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    Il telaio è disegnato e prodotto da Kayo è particolarmente robusto per rendere questa moto una vera MX. In tema di sospensioni, c’è la forcella USD che, purtroppo, non ha alcuna regolazione, cosa che invece sarebbe molto utile almeno per la compressione e per il precarico.

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    Sospensioni non regolabili che sulla 160 sarebbero necessarie

    Anche il mono posteriore – che assicura 360 mm di escursione – è regolabile nel solo precarico della molla, ma ha un “negativo” minimo, aspetto che andrebbe rivisto per la ricerca del migliore SAG statico. L’impianto frenante è con due dischi con pompa freno anteriore che, come vedremo nella prova, è molto spugnosa nel suo funzionamento.

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    Anche qui cerchi da 14 e 17”, misure adatte al pubblico adulto, su cui sono montate coperture 70/100 17” e 90/100 14”. Il manubrio – a dire il vero dalla piega troppo bassa – ha risers che possono essere montati su due posizioni, avanzata o più arretrata.

    Sella sempre alla giusta altezza

    Le quote della TT160 sono 1780x780x1120 mm, quest’ultima quota identica alla misura del passo; il peso a secco è di 75 kg mentre altezza da terra e altezza sella sono rispettivamente di 290 e 855 mm. Il serbatoio carburante porta 5,5 litri e c’è un rubinetto che prevede anche la riserva. Consiglio sempre di riempirlo con carburante Plus.

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    Un motore affidabile rivisto in alcuni particolari

    Il motore GPX155 è prodotto dalla Zongshen, colosso cinese che produce moto, scooter, motori e molto altro. Rispetto alla versione 2021, questo monocilindrico è stato rivisto nel cambio, irrobustito, oltre al fatto che è stato aggiunto il piattello valvole aspirazione in ergal, cosa che consente una migliore affidabilità anche in “fuorigiri”.

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    Si tratta quindi di un monoalbero SOHC da 155,5 cc raffreddato aria/olio, con radiatore montato nella zona centrale anteriore del telaio. Le sue quote vitali sono di 60×55 mm mentre il rapporto di compressione è di 11,5:1.

    È alimentato da un carburatore Nibbi da 24 mm che respira su filtro aria in spugna lavabile. La potenza è di 10,5 kW a 9500 giri con valore di coppia i 11,5 a 8000 giri.

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    COME VA: una sottile linea audace di performance

    Se non fosse per la nuova colorazione, la TT160 è identica al resto della gamma TT e piace per il dettaglio, per le buone finiture soprattutto considerando il prezzo d’acquisto.

    La posizione di guida purtroppo scopre il manubrio troppo basso ed un piano della sella alto, elemento che non crea un feeling naturale tra moto e pilota. Questa TT160 però, è ben concepita e costruita con materiali di buona fattura. Anche qui, rimane la regola di un controllo della bulloneria dopo averla montata, visto che la moto arriva imballata in cassa direttamente da Kayo Moto.

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    Ma entriamo nel cuore della prova adesso, visto che, come ho spiegato prima, la TT160 rappresenta il miglior equilibrio della gamma TT. Il motore GPX155 va molto bene, solo un filo rumoroso di cambio ma, per il resto, ha un buon tiro e discreta potenza massima.

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    L’avviamento a freddo richiede lo starter e quindi consiglio sempre di verificare la corretta quota del galleggiante nella vaschetta del carburatore. Meglio aumentare di un paio di punti di getto minimo e la moto partirà meglio, mostrando una migliore guidabilità da 0 a mezza apertura.

    Il cambio rimane un filo lasco se parliamo di giochi ma le marce entrano sempre in modo fluido con una frizione robusta e mai in crisi. L’erogazione è lineare fin dai bassi regimi, la moto va via pulita in uscita di curva e mantiene il tiro lungo un arco ampio con un discreto allungo. Forse un filo lunga di rapportatura finale, mostra buone capacità di “schiena” ai medi regimi ed una spinta sempre fluida e regolare.

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    L’accelerazione è molto buona anche se, nella fase finale di allungo ed aprendo il gas in modo più netto, si avverte un leggero “rifiuto” nel prendere i giri.

    Abbiamo così ingrassato la carburazione su getto massimo di due punti con il risultato di una migliore progressione in questa zona d’utilizzo.

    E se da un lato abbiamo scoperto un motore incisivo e potente il giusto, dall’altro scopriamo una ciclistica che spesso mostra il fianco.

    La forcella è fin troppo morbida ed arriva spesso a fine corsa anche se sul fettucciato medio/veloce funziona bene ed assorbe abbastanza dignitosamente le piccole e medie asperità.

    Anche il mono scopre il suo limite se la pista è molto “bucata”: le buche in sequenza mettono in crisi forcella e mono al punto che la moto diventa meno facile da guidare e decisamente meno fluida in ingresso curva.

    L’avantreno è stabile ma il limite è della forcella che scopre un eccessivo galleggiamento, specie su buche in sequenza. Cercando di mettere ordine, consiglio di aumentare di 50 cc la quantità olio nella forcella mentre per il mono poco o nulla si può fare se non sostituirlo se, chi guida, ha un passo di guida più esperto.

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    A livello ergonomico poi, bisogna fare conti con la sella molto dura, con la piega non corretta del manubrio e con pedane un pelino arretrate. Ma già variando la piega del manubrio, la posizione di guida diverrà più “naturale” per piloti di statura superiore al metro e settanta.

    La spinta del motore fuori dalle curve, fa spesso alzare l’anteriore, specie a moto molto piegata con successiva perdita di aderenza del davanti, quindi meglio farla scorrere dentro la curva per sfruttare al massimo l’accelerazione del motore e la trazione oltre che la generosa coppia del GPX155.

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    Perfettibile in “confidenza” il feeling con l’impianto frenante: la pompa anteriore funziona in modo “spugnoso” e per sfruttare tutta la forza frenante, bisogna premere a fondo la leva mentre il posteriore lavora in modo progressivo ed è un ottimo aiuto per girare alla svelta la moto.

    Riassumendo quindi, la TT160 mi è piaciuta per le prestazioni del motore ed il buon equilibrio generale. Sono perfettibili le sospensioni in termini di feeling ma bisogna considerare il prezzo della moto, davvero molto basso in rapporto all’offerta. E sarebbe da rivedere anche la piega del manubrio per un miglior controllo della moto.

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    Una buona pitbike alla fine che Kayo Moto certamente avrà modo di “ampliare” a livello di offerta di parti speciali per renderla più adatta ad ogni singola esigenza di guida. Basterebbero pochissimi interventi per rendere ancora più divertente questa grintosa TT160.

    (Foto Lorenzo Palloni)

    In collaborazione con

    progetto mx2020-liqui moly-peprformancemag.it

     

     

     

     

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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