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    PROVA: RENAULT CAPTURE

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    Renault Capture significa riscoprire la vitalità ma soprattutto catturarla in ogni suo dettaglio… Il nuovo Crossover francese, è frutto di uno studio molto profondo sulla qualità del viaggio, sul vivere emozioni nella massima libertà ed economia. Tre mondi in uno perchè Capture è SUV, Berlina e Monovolume. Tanto spazio e divertimento per tutti…

    Mobilità significa ampliare i propri confini  interiori, catturando immagini, suoni, odori e sensazione che fanno parte della vita. Della nostra vita. Colori che riempiono le nostre giornate, colori della natura e paesaggi che cambiano continuamente, perché il cambiamento è insito in noi e “spinge forte” nelle nostre idee, nelle nostre sensazioni e nel nostro stile di vita, nel modo di essere unici. Catturare la vita quindi, significa orientarsi verso le sensazioni positive, osservando le cose da un altro punto di vista, cercando di ampliare i propri sogni e desideri.

    L’idea Renault… che piace alla vita

    Può sembrare strano ma Renault credo sia partita proprio da questi concetti vitali nel realizzare Capture, Crossover che va dritto alle sensazioni legate al senso stesso della vita, vissuta in modo ampio, totale, catturando appunto ogni singolo attimo per viverlo al 100%.

    Capture Life quindi è molto più di un concetto subliminale, ma l’idea chiara di Renault di vivere la nostra vitalità legata ad uno spazio grandissimo quale è la nostra vita: gli amici, la coppia, la famiglia ed i suoi “naturali cambiamenti di evolutivi” quando arrivano i figli ad esempio, oppure quando Capture diventa uno “strumento ideale” per scrivere i nostri ricordi, osservandoli e vivendoli in pieno mentre scorrono davanti ai finestrini del nuovo Crossover by Renault.

    Progetto molto contagioso…

    Proprio così: il progetto Capture – la vettura è prodotta in Spagna ed esattamente negli stabilimenti di Valladolid – ha motivato ancor più l’equipe di lavoro Renault che, attraverso questo nuovo Crossover, esprime ancora e con più forza tutto il suo dinamismo…in movimento.

    Tra i punti chiave di Capture quindi, spiccano le tinte bicolore per le carrozzeria, i cerchi,  gli interni con temi di design personalizzabili, la notevole altezza da terra, il parabrezza spostato in avanti, le ruote di grande diametro ma, soprattutto, le dimensioni compatte (i designer hanno avuto carta bianca per valorizzare spazi ed abitabilità) i 455 dm3 del bagagliaio, l’innovativo cassetto da 11 litri inserito nella plancia e la fodere sedili “zip collection”, lavabili a casa e sostituibili con altri accoppiamenti colore. Senza dimenticarci del sistema R-link, ovvero il tablet multimediale – tutto da scoprire – realmente completo e di facile utilizzo, secondo solo ai tre allestimenti Pack della vettura, ovvero Sport, Trendy ed Elegant.

    Design emozionale per Capture…

    L’idea globale è quella di un Concept Car che vive… Compatta, con i suoi 4129 mm di lunghezza, grandi ruote da 16 o 17”, 200 mm di altezza da terra impongono a Capture un aspetto aggressivo ed accattivante ma senza eccessi. Frontale dall’alto potere espressivo, parabrezza avanzato ed inclinato, passaruota importanti, un design improntato su curve stilistiche leggere e mai “spigolose”, Capture mostra cosa è prima di tutto…un Crossover naturale.

    Lo dimostrano i proiettori a filo carrozzeria, la griglia sottile con grande logo Renault centrale, le griglie protettive su fendinebbia e zona bassa vettura così come si evidenzia l’area posteriore slanciata ed aperta, con design che sale leggermente verso l’alto, specie nella zona di congiunzione con il tetto.

    I 3 volti di Capture: Crossover da vivere al 100%

    SUV, monovolume e berlina che convivono tutti insieme, ecco la formula vincente di Capture by Renault: monovolume perché i suoi 10 cm di altezza in più rispetto alla Clio la rendono aggressiva e votata all’avventura, al viaggio, anche in virtù della grande capacità di carico che oscilla tra 377 e 455 dm3, dei 1170 mm di lunghezza, tutta da abitare e ben 215 mm di raggio per le gambe degli occupanti posteriori, 75 mm in più della new Clio.

    E poi,  c’è il divano scorrevole a tre posti frazionabile e tanto spazio dove riporre oggetti, dato importante per chi vive Capture con la famiglia…in crescita. Se invece parliamo del family feeling/interazione con una berlina, scopriamo il metro e 57  di altezza, quindi valore non eccessivo, baricentro alto del telaio, aumentato rispetto ad una berlina pura, controllo del rollio tra asse anteriore e posteriore; ed ancora, raggio di sterzata di 10,8 mt. il che significa massima agilità, specie in ambiente cittadino, grazie al servosterzo elettrico con 2,7 giri volante tra le due battute estreme.

    Capture utilizza materiali riciclati, altro plus Renault…

    Proprio così: ben 32 kg di materiali riciclati – il 16% globale – sono presenti su Capture, nelle quote di due terzi all’esterno ed un terzo all’interno vettura. Tra questi alcune parti del sottoscocca, la trave posteriore e parti dei paraurti, senza dimenticare alcuni componenti di fissaggio della plancia, il tappetino vano bagagli ed elementi vari come alcune parti dell’impianto di climatizzazione.

    Tecnicamente avanti: Dci da 90 Cv, tanta coppia, consumi out!

    Obiettivo risparmio di carburante: ecco la sintesi del progetto Dci Renault, evoluto nel corso degli anni, fino ad arrivare a questa modernissima motorizzazione da 3,6 l/100 km! Tutto vero, davvero… Il quattro cilindri serie ECO Energy Renault da 1461 cc, gode della tecnologia “downsized”, ovvero bassa cubatura, inserimento del turbo, che assicura gran coppia già a basso numero di giri. La versione provata montava il cambio a 5 rapporti, ma è disponibile anche quella con cambio a doppia frizione EDC.

    Da notare il “pacchetto” risparmio sui costi di esercizio, grazie alle cinghie long life che durano 6 anni o 150.000 km e cambio olio ogni 30.000 km. La storia Renault, motoristicamente parlando, spazia e vive molto nella tecnologia: le esperienze racing del marchio francese sono sempre state strettamente correlate con la produzione di serie, tanto che, anche Capture, non sfugge a questa tradizione tecnologica.

    ECO, R-Link, l’auto che parla con chi vive Capture…

    Ma Capture interagisce anche con chi guida circa i consumi ed il modo di guidare: oltre all’indicatore cambio marcia nel cockpit, troviamo, all’interno dell’immenso mondo del R-Link,  l’indicatore dello stile di guida che prende in esame alcuni parametri di guida tra cui velocità, cambio marcia, decelerazioni, dati che il conducente può valutare per variare lo stile di guida, a vantaggio del risparmio energetico. Il mode ECO infine, oltre ad abbattere i consumi del 10%, fa si che venga “tagliata” la coppia motrice oltre ad intervenire sul climatizzatore ottimizzandone il funzionamento, senza dimenticare, ove previsto, l’interazione con il cambio EDC a doppia frizione.

    Aerodinamica: un ruolo primario su Capture

    L’aerodinamica ha un suo ruolo attivo su Capture: il peso globale (1170 kg in odm) del Crossover francese, è simile a quella di una berlina ma ben più ricco di dotazione legati alla sicurezza ed al confort. Grazie ai nuovi pneumatici, il risparmio di carburante è del 3% circa, mentre l’aerodinamica globale vanta un Cx migliorato in virtù dell’altezza calibrata, dell’area frontale senza però penalizzare l’abitabilità interna. Come in F1, le carene sotto la scocca, convogliano il flusso d’aria a vantaggio delle prestazioni legate all’aerodinamica.

    Telaio che nasce per la massima sicurezza, focal point Renault…

    Design, Idea, Originalità, Risparmio Carburante… Tutto chiaro e lineare ma, l’elemento chiave di Capture, è soprattutto il fattore sicurezza. Dinamismo di guida da un lato, grazie all’avantreno ad assali rinforzati tipo MacPherson con bracci inferiori a due punti di fissaggio e retrotreno con assale flessibile a geometria programmata, abbinato a molle ed ammortizzatori e barra antirollio. E poi ancora, ABS, assistente di frenata AFE ed ESP a 7 sensori e sistema antiribaltamento Roll Movement Intervention e l’ Hill Start Assist per le partenze in salita. Quindi, morbidezza e progressività del telaio ed “assistenti elettronici” a vantaggio della sicurezza attiva.

    Come va: Crossover ampio e multipaesaggio

    La vista di Capture convince sin dalla prima occhiata perché, nelle sue forme morbide e mai aggressive, c’è tutta la vitalità attiva del marchio Renault. Lo spazio a bordo è ampio, elegante ma anche e soprattutto ricco di colori, perché Capture nasce per vivere in modo colorato tutto il senso della mobilità, del viaggio e, proprio per questo, l’interno vettura è accogliente per tutti e c’è un sacco di spazio, sia per chi sta davanti e per chi “vive” dietro. Senza dimenticare la grande utilità degli spazi e scomparti on board…

    I sedili anteriori sono molto comodi e c’è molto spazio anche per i piedi ma soprattutto per “muoversi” in libertà a bordo: ed a proposito dei sedili anteriori – che possono essere regolati a piacimento per il massimo comfort – a prima sensazione risultano poco “contenitivi” e quindi poco avvolgenti. Questo però ha una sua ragione dettata dal fatto che, chi sta davanti e specie con dei bambini a bordo, deve girarsi continuamente e quindi il sedile è conformato per una rotazione completa del busto, cosa che un sedile più avvolgente avrebbe in parte impedito. A mio avviso, è un po’ lo stile di questo Crossover, ovvero condividere il più possibile il gradiente di emozioni con tutti gli occupanti della vettura.

    Ottima visibilità, Capture facilita ogni manovra…

    Buona la qualità globale degli interni che mostra un’attenzione particolare all’assenza di spigoli o materiali rigidi che, al contrario, sono invece molto ergonomici e funzionali così come l’intera plancia ed il display multifunzione. Si sta seduti un po’ in alto e questo rende ancor più ampio lo spazio davanti alla vettura, sia nelle manovre cittadine che nelle escursioni fuori dalla città. Capture inoltre una grande visibilità generale, specie nella zona posteriore con il risultato di un abbattimento drastico degli “angoli bui” nell’angolo tra lunotto posteriore e montanti posteriori.

    Motore generoso, morbido e poco “invasivo”

    La sigla dCi per Renault significa consumi ridottissimi legate a prestazioni molto interessanti. Il piccolo quattro cilindri francese dCi, con i suoi 90 Cv, non è il “centro” vitale di Capture, il perno della vettura, ma solo la vivacità del movimento… E’ un propulsore molto tranquillo, dotato della tecnologia downsized, ovvero cubatura ridotta ma un’ottima distribuzione della potenza ma soprattutto della coppia, vero valore aggiunto del Crossover Renault.

    Coppia già a 1500 giri, si usa poco il cambio…

    Silenzioso ed elegantemente generoso, il dci Renault vanta una coppia interessante fin da 1500 giri, nel senso che il “tiro” si accompagna con la massima dolcezza dell’erogazione, scelta che concentra la vettura più su un piano emotivo che su quello legato alle prestazioni assolute. Questo significa che la coppia del motore di Capture, è sempre caratterizzata da un’erogazione pulita, priva di variazioni di “presenza motore” (turbolag) ma, al contrario si distingue per l’ottima fluidità e trattabilità generale. Ciò significa usare poco il cambio, proprio perché la coppia del dci invita ad una guida rilassata proprio perché sfrutta la grande elasticità di questo piccolo grande motore.

    Consuma quasi nulla, offre tanto con sensazioni pronte al viaggio…

    Sopra i 1500 giri la spinta diventa più consistente, specie nella fascia tra 2000 e 3500 giri, dove il quattro cilindri di Capture mostra una spinta più concreta a fronte di consumi realmente irrisori, tanto che con un pieno di gasolio ho percorso quasi 1000 km ad andatura media e percorso 80% extraurbano. A bordo si avverte appena il rumore, perché l’insonorizzazione è davvero buona e questo è un altro plus positivo del Crossover francese, che lascia più spazio alla conversazione globale di bordo. Non gode di un’accelerazione fulminea ma in compenso offre tanta fluidità di marcia che si apprezza non poco per l’uso libero di Capture.

    Piace inoltre il funzionamento del cambio a 5 rapporti, morbido da azionare e ben spaziato, specie dalla terza marcia in poi e tanto da non sentire la mancanza della sesta. Molto morbido il comando frizione, il cui pedale richiede uno sforzo esiguo per essere azionato, plus ergonomico specie nel traffico cittadino, mentre il sistema Start&Stop è efficace ed abbastanza rapido (leggerissimo ritardo in avviamento) nell’avviare il motore dopo la classica sosta al semaforo. Il sistema ECO infine funziona molto bene, ma certo non aiuta nei sorpassi ed è consigliabile il suo uso solo nella guida cittadina o economy run.

    Il viaggio è la strada di Capture…

    Il comportamento di Capture su strada è sempre molto neutro, pulito, prevedibile: piace la reattività e la leggerezza dello sterzo in città (parcheggi sempre rapidi e veloci) ed anche quel suo essere abbastanza diretto su strada, piace il comfort a bordo, legato soprattutto alla taratura morbida delle sospensioni che, via via che si aumenta l’andatura, sembrano “proteggere” l’abitacolo dallo stress dell’asfalto, cosa che rende piacevole il viaggio e la permanenza a bordo.

    Stabile e generosa, Capture by Renault si muove agile anche sui percorsi tortuosi, grazie al non eccessivo rollio del corpo vettura, alla taratura ottimale delle sospensioni (che filtrano perfettamente ogni tipo di asperità) a dispetto della sua altezza da terra; buona la tenuta laterale a patto di non chiederle troppo, anche se, all’occorrenza, riesce ad “infilarsi” in modo preciso nelle “esse” affrontando velocemente i destra/sinistra.

    Ma l’andatura preferibile è quella tranquilla, con la consapevolezza di guidare un’auto realmente diversa e che punta sull’essenza stessa del viaggio… Minini i trasferimenti di carico, solo frenando forte si avverte una maggiore incisività dell’impianto anteriore e questo specie a vettura scarica, anche se, a mio avviso, due dischi posteriori avrebbero reso molto meglio degli obsoleti tamburi (ottimo l’intervento dell’ABS, mai troppo invasivo), anche per l’impatto estetico generale oltre che per l’aspetto funzionale.

    Struttura dinamica, buon bilanciamento sempre prevedibile…

    E se parliamo di stabilità, Capture mostra una struttura dinamica in grado di rendere piacevole a guida: merito di un ottimo bilanciamento globale, di un’ottima distribuzione dei pesi ma, soprattutto, di un lavoro molto accurato sullo schema delle sospensioni ed il rapporto tra anteriori e posteriori. Anche guidando allegramente il Crossover Renault, si scopre una leggera tendenza ad allargare la traiettoria ma sempre in modo molto sicuro; la vettura infatti transla omogeneamente sulle coperture mostrando solo una tendenza del posteriore e scivolare anche se in modo prevedibile.

    Escursioni leggere in offroad…

    E viste le fattezze di Capture, ho voluto percorrere qualche chilometro in fuoristrada: certamente non nasce per gli sterrati sassosi ma, piuttosto per quelli piatti senza eccessive pendenze; quindi per un fuoristrada leggero è ottimale, ma solo nella stagione estiva, causa l’assenza delle quattro ruote motrici che ne impedirebbero l’agilità su fondi fangosi o insidiosi. Certo l’abitacolo non è isolato a dovere per questo utilizzo e bisogna affrontarlo a bassa velocità, solo per il piacere di scoprire cosa c’è davanti ed intorno… Un modo per aumentare ed ampliare il concetto globale di Capture, Crossover dalla natura semplice ma accattivante e che sa tradurre in emozioni concrete il concetto Renault Capture Life

    (Si ringrazia Francesco Arioni per la collaborazione)

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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