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    Kayo Moto KT50, bello essere bambini!

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    Interessante entry-level MX by Kayo Moto. Abbiamo provato la KT50 2T, minicross al peperoncino. In sella Andrea Olivieri, mini rider tutta grinta

    Per Kayo Moto è bello essere bambini, bello desiderare la prima moto da cross ed ancora più intrigante guidarla sul terreno offroad. Quanti di noi hanno trascorso notti insonni pensando che, prima o poi, la nostra moto sarebbe arrivata per il compleanno, per Natale o per la promozione.

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    Ed oggi che un genitore deve stare particolarmente attento alle spese, Kayo Moto viene loro incontro per regalare un piccolo grande sogno al proprio figlio. Si perché, tra tasse ed aumenti variegati, una famiglia si trova a gestire una vera e propria “strategia di spese” per arrivare a fine mese, specie se in casa ci sono due o tre bambini.

    Una promessa va sempre mantenuta: KT50 accontenta genitori e figli

    Ma una promessa è una promessa e quindi il pensiero deve trasformarsi, prima o poi, in pratica realtà. In aiuto arriva Kayo con questa valida KT50 costa 1.289,00 euro tasse incluse, una cifra “fattibile” per chi vuole avvicinare all’offroad il proprio bambino.

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    Produzione cinese ma di qualità, come del resto lo è l’intera gamma del colosso Kayo, sempre più presente sul mercato con prodotti pratici e di buona qualità certificata.

    KT50: la prima vera moto da cross

    Questa è la prima vera moto da cross per bambini quindi, anche se sul mercato ci sono altre 50 cc giapponesi, prodotti che però costano il doppio e sono ben più specialistiche. E poi, il bambino può stancarsi e quindi un grande investimento per la moto non è fattibile, proprio per la volubilità della fascia d’età compresa tra 7 e 10 anni.

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    Ero come sempre curioso di capire quanto effettivamente fosse valido questo prodotto offroad. E quindi l’ho fatta provare ad un baby pilota che partecipa al Campionato Italiano MX e Regionale Lazio. Lui è Andrea Olivieri (8 anni), bambino che sta ben figurando appunto nel Regionale ma che ha davvero un sacco di ambizione dentro.

    Un giudizio obiettivo sul prodotto sul reale potenziale della KT50

    La scelta di farla provare ad un pilotino non è stata casuale: avevo bisogno di un giudizio del pilota in attività e questo perché sa bene cosa sentire e capire per un bilancio sincero a fine prova.

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    Ed infatti, i commenti di Andrea, sono stati utili e corretti perché ha saputo analizzare questo prodotto per quello che è, senza fare quindi confronti con prodotti della concorrenza giapponese e non già provati o con cui corre.

    Scopriamo la KT50: design azzeccato ed impostazione aggressiva

    KT50 pesa 49 kg a secco, quindi leggera e maneggevole, quello che ci vuole per i principianti. Esteticamente piace l’abbinamento cromatico che lega il colore nero del telaio al bianco/arancio delle robuste plastiche, dal costo molto contenuto ed altro dato apprezzabile.

    La linea è aggressiva e funzionale con uno sviluppo verticale delle infrastrutture ed un’immagine di piena sostanza e robustezza generale. Scendendo nel dettaglio, scopriamo il telaio disegnato e prodotto da Kayo.

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    Un telaio a culla chiusa in mix di trave e tubi

    Si tratta di un culla chiusa sotto al motore 2T che vanta un’ossatura a trave superiore con tubi discendenti (di generosa sezione) che abbracciano il motore sia nella zona posteriore che in quella anteriore a sezione dello scarico.

    La forcella è da 680 mm ma non presenta purtroppo alcuna regolazione e questo l’ha notato anche Andrea Olivieri che ha suggerito di prevedere almeno il controllo della compressione.

    Dietro invece, il mono da 295 mm è regolabile nel solo precarico della molla montato direttamente su robusto forcellone in ferro. L’impianto frenante prevede coppia di dischi da 140 mm montati su cerchi in ferro da 14 e 12” con coperture da 60/100 e 80/100. L’altezza sella è a quota 720 mm mentre l’altezza da terra effettiva è di 270 mm.

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    Per gli ingombri, le quote sono rispettivamente di 1520x680x908 mm con peso a secco di 49 kg. La capacità del serbatoio carburante è di 3,5 litri, compresa riserva di 0,500 litri mentre la lubrificazione avviene per pre-mix con olio sintetico al 2/3%.

    Un brillantissimo motore 2T ad aria

    Il piccolo monocilindrico automatico, da 49,5 cc 2T, vanta alesaggio e corsa di 39,5×40,4 mm. Il raffreddamento è ad aria ma con testata dotata di ampia alettatura. La potenza che Kayo dichiara è di 6,7 kW a 9500 giri con un valore di coppia di 7 Nm a 11.000 giri, quindi un bel “cinquantino” che ama girare alto.

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    Da notare l’ammissione lamellare diretta sul carter, che avviene per mezzo di un carburatore da 19,5 mm dotato di starter e cassa filtro che si trova nella zona sottostante la sella.

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    Non manca lo scarico ad espansione ovviamente, su cui, nella parte destra, si trova una griglia protettiva il plastica, quindi nessun metallo esposto, a vantaggio della sicurezza del bambino che guida. L’avviamento è con kick-starter con verso “contrario” per la messa in moto. Spicca infine la grande corona da ben 51 denti montata sul mozzo posteriore.

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    COME VA: ce lo racconta Andrea Olivieri #30

    Andrea un tuo giudizio complessivo su questa KT50

    La moto mi è piaciuta è per me va bene anche se non posso fare un confronto con la mia 65 cc perché sono troppo diverse tra loro. Mi piace anche esteticamente ed è anche comoda. In effetti pensavo peggio ma solo perché non conoscevo le moto Kayo.

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    Due parole sul motore e come ti è sembrato

    Secondo me potrebbe andare meglio. E’ potente per essere raffreddato ad aria ma ho notato qualche incertezza nella carburazione, la moto non è super pronta specie in accelerazione fuori dalle curve. Quindi, per girare forte, devi entrare in curva molto deciso.

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    E se ti chiedo delle sospensioni?

    La forcella mi è piaciuta ed è morbida il giusto per il mio peso e si comporta bene un po’ dappertutto. Anche sui salti va bene così come sul guidato ed ho sempre avuto la sensazione di tenuta molto buona in ingresso curva prima dell’appoggio. Anche il mono mi piace e quindi entrambe le sospensioni, mi sono piaciute.

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    Due parole sulla posizione di guida

    Il manubrio è troppo stretto e questo non facilita affatto la guida nel fuoristrada perché le braccia sono sempre poco larghe, cosa che impedisce una guida sciolta. Devo quindi guidare con i gomiti stretti e quindi il controllo della moto non è ottimale e poi la zona di presa delle ginocchia è troppo esile. Le pedane invece vanno bene.

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    E allora, a chi consiglieresti questa KT50?

    Ai bambini dai 5 ai 7 anni in su, è una buona moto per iniziare magari in un prato o su un fettucciato facile per prendere quella confidenza che servirà poi sul campo da cross.

    Andrea Olivieri si racconta

    Ho iniziato a correre che avevo 4 anni. Quest’anno parteciperò al Campionato Regionale Lazio e all’Italiano MX sempre nella 65 cc. vediamo poi se riuscirò a correre qualche gara dell’Europeo. Corro con una Gas Gas del Team Celestini Racing che voglio ringraziare anche se al primo posto devo ringraziare tanto papà (persona che vanta grande esperienza tecnica ndr) e la mia mamma.

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    Attualmente sono terzo nella 65 cc del Regionale Lazio anche se avrei potuto fare meglio alla prima gara… Tra poco ci sarà la seconda di Campionato è voglio fare molto molto meglio!

    (Foto LORENZO PALLONI)

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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