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    PROVA: BENELLI TRK 502, SINCERA SEMPRE

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    La Benelli TRK 502 è una moto sincera: si apprezza per facilità d’uso e costa poco. Il bicilindrico non eccelle in performance ma consuma poco, buona la ciclistica…

    L’avventura ha mille volti. L’avventura, molto spesso, non si “pianifica” ma si vive così com’è, senza curarsi troppo della forma. Ma è anche e soprattutto divertimento, scoperta, curiosità, un qualcosa che però dev’essere accessibile a tutti, proprio come la nuova Benelli TRK 502, adventure bike dai mille (e più) volti per la massima espressione legata ad una “piena” libertà individuale.

    Ed anche provarla è stata una piacevole scoperta, perché, questa fluida bicilindrica, sta stupire per la sua natura tranquilla, per il suo ruolo di “multiruolo” quotidiano (doveroso il gioco di parole), per la semplicità dell’approccio ma, soprattutto, per il suo prezzo abbordabile, pezzo forte della nuova e versatilissima Benelli.

    Ed i suoi 5.990,00 euro f.c. sono la conferma che, questa piccola grande adventure, ha tutte le carte vincenti per essere capita fin dal primissimo approccio, fin dai primi chilometri in sella.

    La sincerità assoluta, il punto di partenza della TRK 502…

    Una moto onesta sotto ogni profilo, il cui rapporto qualità/prezzo è senza dubbio vincente. Vero, qualcosa è ancora da migliorare, ma, questa TRK 502, mi è piaciuta proprio per la sua innata trasparenza, ovvero è quello è, senza fronzoli, senza la promessa di iper prestazioni, senza voler “pestare i piedi” a nessuno.

    Direi una filosofia intelligente, che Benelli ha attuato perché il momento storico è quello che è e non sarebbe giusto dover rinunciare pure alla passione per la moto. Questa è quindi l’offerta che Benelli offre e lancia al mondo dei rider appassionati, quelli che non vogliono rinunciare all’avventura della vita in sella ad una moto. Con una moto sincera e sempre al tuo fianco…

    Chi è l’acquirente tipo della TRK 502?

    Non è sempre corretto “tracciare” il profilo di chi sarà fruitore di un certo modello ma, questa volta, posso fare un’eccezione perché i “numeri” ci sono tutti. Sicuramente, chi sceglierà la TRK, deve prima avere la possibilità di provarla, perché il primo approccio è molto importante e si capisce subito che, questa moto, può essere magari la valida alternativa agli scooter di grossa cubatura.

    Sella bassa, fattore essenziale e decisivo?

    Il fattore numero uno che colpirà, sarà sicuramente la ridotta altezza della sella da terra (800 mm), elemento che immediatamente focalizzerà l’attenzione su questo dettaglio mai da trascurare per vivere al meglio la moto da solo ed in coppia… E poi questa è una moto vera! Le possibilità quindi sono infinite: la si potrà usare come commuter urbano, come moto da trasferimento urbano/extraurbano, oppure nel fine settimana sui percorsi a corto o medio raggio.

    Le sue prestazioni non impensieriscono nessuno (se non il peso importante in odm pari a ben 235 kg che si fa sentire nelle manovre da fermo ad esempio) e poi consuma davvero un nulla, anche e soprattutto grazie ai 20 litri di capienza del serbatoio. Insomma, se avete capito, la TRK 502 (disponibile in 3 colorazioni, ovvero bianca, rossa o nera) è realmente tutta una scoperta.

    Vediamo come è fatta…

    Esteticamente riprende “caposaldi” già visti: specie la parte anteriore mostra il “becco” pronunciato mentre altro elemento distintivo è senza dubbio l’avvolgente parafango posteriore a filo ruota. Linee quindi espressive (perfettibile l’accoppiamento delle plastiche) ma soprattutto non tanto innovative ma di “profilo” medio, proprio per non esaltarsi troppo o troppo in fretta, dopotutto questo modello è giovanissimo, anche se sono certo che raccoglierà parecchi consensi proprio per la tipologia di offerta, a mio modo di vedere completa quanto basta. Spicca infine il particolare gruppo ottico anteriore a LED.

    Il nuovo motore bicilindrico da 47 Cv…

    Non è potentissimo e così “reattivo” ma la sostanza c’è lo stesso… Questo nuovo bicilindrico fronte marcia “sedicivalvole”, ha cubatura “piena” pari a 500 cc, ottenuti da quote vitali di 69×66,8 mm; si tratta di un bialbero DOHC che ha valori di potenza non esaltanti ma piuttosto livellati.

    Quindi 47 Cv a 8500 giri con un valore di coppia di 4,6 kgm erogati a 6000 giri, tenendo presente che, il rapporto di compressione, è abbastanza basso in luogo dei suoi 11,5:1. Ciò significa un motore con poco carattere da un lato ma facilità di guida dall’altro, specie nell’apri/chiudi e la scelta per chi userà la TRK 502 è quindi mirata alla facilità d’uso globale. Ovviamente c’è l’iniezione elettronica ECU-TLI, con corpo farfallato da 37 mm (anche in questo caso valori ben dimensionati per la gestione della coppia consumi/performance) mentre il cambio prevede 6 rapporti, tutti abbastanza “ravvicinati”.

    Un telaio a traliccio e buone sospensioni…

    Esteticamente non è bellissimo da vedere (all’occhio balzano alcune saldature perfettibili) ma, anche in questo caso, il lavoro fatto è buono: la TRK 502 è quindi equipaggiata con un robusto telaio a traliccio con piastre in acciaio con ampia area di rinforzo nella zona del cannotto di sterzo; c’è una forcella USD (145 mm la sua escursione) da ben 50 mm – priva di regolazioni – mentre il forcellone oscillante presenta tubi di sezione tonda con capriata superiore si cui è sistemato il mono centrale e regolabile nel solo precarico della molla.

    Potente e deciso l’impianto frenante della TRK 502: davanti c’è un doppio disco semi-flottante da 320 mm servito da pinze a 4 pistoncini mentre dietro spicca l’unità singola da 260 mm con pinza a pistoncino singolo. I cerchi sono in alluminio nelle misure di 3,50 (120/70) e 4,50 (160/60)x17”. Ma attenzione, perchè arriverà presto la versione off-road con ruota anteriore da 19”.

    COME VA: davvero unica nel suo genere

    Questa TRK 502 appare subito comoda e protettiva: il piano sella basso favorisce la salita/discesa dalla moto anche a rider non tanto dotati in altezza, mentre l’ampia superficie frontale dell’esteso parabrezza, ripara alla grandissima e questo si traduce in spostamenti extraurbani sempre comodi e abbastanza rilassati.

    Peso che si fa sentire ma ampio range d’utilizzo grazie ai 20 litri…

    L’unico neo è forse il peso finale della moto con o senza il pieno dei suoi 20 litri: quindi la moto non è così “leggera” tra le mani quando devi spostarla o arretrare quando sei in sella, magari nella manovra di uscita dal parcheggio e questo la rende pesante un filino troppo. Altra cosa perfettibile è senza dubbio il corto cavalletto laterale, che fa rimanere la moto troppo eretta e poco “posata” di lato e questo può rivelarsi un “problema” se la moto verrà parcheggiata su terreno non perfettamente piano.

    Una moto molto comoda e decisamente protettiva…

    Però la TRK 502 è davvero comoda e generosa: molto piacevole la posizione di guida con le braccia larghe, il manubrio ampio (dalla corretta curvatura) e un corretto angolo del triangolo busto/gambe/braccia, grazie pure a pedane mai eccessivamente alte che consentono alle ginocchia di trovare la corretta posizione negli svasi del grande serbatoio carburante. La sella bassa poi, rende tutto ancora più “gestibile”, mentre ho apprezzato l’attento studio dell’ergonomia generale sulla TRK 502, segno che è stata concepita con assoluto rigore se la si usa tanto e su percorsi più variegati possibile.

    In autostrada massima protezione da carena e cupolino…

    Il cupolino protegge eccome ed il flusso – lo si nota specie quando si viaggia forte – è ben deviato dai piccoli “flap” laterali all’elemento principale; buona l’imbottitura della sella, si affonda poco e contiene abbastanza e stessa cosa per quella del passeggero che avrà facilitata la seduta dalla non eccessiva altezza del “proprio” piano sella. Piccolo fastidio è dato da qualche risonanza di troppo delle plastiche e degli accoppiamenti.

    Un motore che consuma poco e non eccelle in performance. Ma va bene così!

    Parlando del motore, questo 500 cc ha la cavalleria “giusta” per consumare poco da un lato e garantire buone prestazioni generali su ogni tipologia di percorso dall’altro: certo non è un fulmine a salire di giri, segno probabilmente di un diagramma volutamente “tranquillo” che favorisca più l’utilizzo ai bassi e medi che la reattività e l’accelerazione, ma segno pure – forse – di manovellismi “pesanti” al fine di garantire maggiore affidabilità meccanica. Per dirla tutta, magari si è preferito non affinare troppo gli alleggerimenti delle parti in movimento alternato ma solo per questioni di affidabilità e durata nel tempo, ovvero promettere zero problemi all’utente…

    Un po’ pigro in accelerazione e nel salire di giri…

    Il motore, pure se un po’ pigro, mostra però una buona fruibilità e pastosità giù a 2000 giri: in sesta marcia a 60 km/h ad esempio, aprendo completamente il gas, sale in modo omogeno e regolare senza buchi e con una discreta rapidità; a 2500 giri, guidando ora normalmente, si apprezza la coppia in trazione del bicilindrico Benelli al punto che puoi inserire marce ed avere sempre un discreto tiro.

    Poi, da 3000 giri, la spinta si fa via via più “consistente” anche se, la reattività migliore, la si scopre poco sopra i 4000 giri, quando il tiro diventa più “tonico” ed espressivo; a quota 5000 giri il sound sembra cambiare per poi trasformarsi poco sopra i 6000 giri, dove però la spinta c’è ma è poco aggressiva ma molto più lineare e progressiva. Tra 6500 e 7500 giri ecco un briciolo di spinta in più che poi decade al ridosso della zona rossa.

    Vibra molto questo motore da 47 Cv…

    C’è da dire che però le vibrazioni sulle pedane si fanno sentire: a 7000 giri sono molto presenti sulla pedana destra e se li molla il gas di colpo vanno via via attenuandosi per poi sparire del tutto quanto si raggiunge quota 4000 giri; le vibrazioni sulla pedana di sinistra invece, si avvertono in salita di giri tra 5500 e 7500 giri. Globalmente è un motore che sembra poco equilibrato nelle sue masse alterne ma questo probabilmente (e con beneficio del dubbio) dipende anche dal sovradimensionamento di alcune parti meccaniche… Ed anche sulla manopola del comando gas si avverte qualcosa nel range compreso tra 3000 e 6500 giri.

    Una ciclistica valida per questa TRK 502…

    Sincera anche nel comportamento ed è questo il vero plus della TRK 502. In città le sospensioni “raccolgono” bene tutto e specie la forcella da 50 mm filtra molto bene le asperità dell’asfalto mentre il mono appare a volte un pelino “appuntito” nella risposta sulle buche in sequenza.

    Una moto precisa che si lasci guidare nella sua neutralità dinamica…

    Lasciando la città alle spalle invece, si scopre una moto molto sincera e neutra, specie sul veloce, dove sta lì dove vuoi ed è abbastanza precisa; sul misto è onestissima nel mostrare la propria natura, ed è reattiva nei cambi rapidi destra/sinistra, in appoggio con uno sterzo mai troppo nervoso ne impreciso. Questa innata neutralità (merito anche del motore che mai mette in crisi la ciclistica) si traduce in un comportamento dinamico divertente per tutti, grazie pure ad un avantreno stabile e sincero in staccata quando in frenata, con un ABS mai eccessivamente invasivo.

    Solo un pelino pesante nei cambi rapidissimi, mentre sul “guidato” si rivela una moto molto divertente e sicura, merito pure di un impianto frenante potente e modulabile che però perde qualcosina in efficacia se si insiste con le staccate aggressive.

    E alla fine?

    Alla domanda, compreresti questa moto? Io rispondo un netto e sincero sì, perché la TRK 502, pur essendo perfettibile su alcuni “piani dinamici”, regala sempre emozioni a costi contenuti ma, soprattutto, si rivela una validissima compagna quotidiana. Elemento da non trascurare in ottica di decidere di acquistare una moto per passione…quotidiane!

    (Foto GUSEPPE CARDILLO)

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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