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    PROVA: Renault Twizy, elettrica dinamica…

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    Renault Twizy ruba l’attenzione in città: la piccola elettrica francese diverte e fa risparmiare ma regala agilità felina…

    Drive the change… Questo è il concetto chiave su cui lavora Renault. Un’espressione che fa intuire una voglia di sfida, la grande attenzione verso il potenziale cliente ma, soprattutto, qualcosa che racchiude ogni porzione legata alle forme più diverse di mobilità. Di fatto, l’Azienda francese, vanta un primato importante, ovvero stimolare l’utenza con prodotti strettamente legati alla tecnologia, al desiderio di guidare qualcosa di realmente innovativo, unico ma, nel contempo, accattivante sotto il profilo stilistico. E questo per accentrare ancor più quella voglia di “accogliere” il cliente verso prodotti che sanno realmente guardare avanti.

    Twizy è porzione di questo, una rivoluzione elettrica ma soprattutto uno stile unico e ricercato che parla una lingua facile facile, intuitiva, aperta con un design leggero, praticissimo quasi “dispettoso” nell’esprimere tutta la sua simpatia estetica. Ultramobile, urban crosser e certamente sensibile al concetto “green”, Twizy si è affacciata sul mercato in modo pratico e sfacciato, senza troppi fronzoli ma con un’innata carica magnetica che sprizza da ogni punto delle sue forme tonde, mai invadenti e semplicemente ricche di colore, colore che è poi il senso di ciò che emana, ovvero essenzialità tecnologica.

    Twizy piace o non piace e questo il suo punto fermo attorno a cui ruota tutto il suo progetto; è prodotta nello stabilimento spagnolo di Valladolid ed è commercializzata in varie versioni, colori ed allestimenti ad un prezzo di partenza di 6.990 euro fino agli 8700 euro della versione Technic. Presentata per la prima volta al Salone di Francoforte nel 2009, appartiene a quelle vetture che non imitano altre vetture ma, al contrario, rompono gli schemi, aprendo nuove strade, idee progettuali, scrivendo per prime “la storia dell’idea”, da cui spesso poi altri prendono spunto. Twizy è libertà e si avvicina strettamente al mondo delle due ruote per tanti motivi, primo tra tutti l’aria aperta che ruota attorno al conducente, immerso in un “viaggio” diverso da ogni altro schema a quattro ruote.

    Un po’ di dati di Twizy…

    Dimensioni minime e compatte ma abbastanza “grandi” per farsi notare: 2,34 cm di lunghezza per 1,24 di altezza e 6” per lanciarsi da 0 a 45 km/h, in pratica il dato simile ad uno scooter 125 cc sui 50 metri, mentre il suo diametro di sterzata è di 3,4 metri. Doppia potenza per il suo motore elettrico – 9 o 17 Cv – per guidarla con patenti A1, A o B o con patentino italiano per Twizy 45. E poi ancora 4 ruote, 100 km di autonomia omologata in ciclo urbano normalizzato grazie alla batteria agli ioni di litio ed al sistema di recupero energia al rilascio del pedale gas (80 km in eco guida, 55 in caso di guida più sportiva, ricca di frequenti accelerazioni), cavo ricarica integrati nella zona frontale da 3 metri collegabile a tutte le prese domestiche, anche nel box, con un tempo di ricarica completa in meno di 3,30 ore ed infine i 3 livelli di equipaggiamento con la versioni Urban, Color e Technic.

    Design che rompe gli schemi ed esprime simpatia…

    Twizy mostra le sue forme che creano un piacevole “punto di rottura” nella città, disegnata da monumenti, piazze, viali alberati ma anche traffico, rumore, caos metropolitano. Che a Twizy piace, perché la sua natura un po’ felina le lascia la possibilità di “sgattaiolare” tra un’auto e l’altra attraendo sempre lo sguardo dei mille curiosi che ne indicano con un dito puntato il passaggio, rapido “indolore” e silenzioso…

    La zona frontale vede una base plastica, una sorta di paraurti proteso che integra  i due indicatori di direzione; al centro della base che funge anche da spoiler, si trova l’alloggiamento di ricarica della batteria con il cavo a scomparsa che oltretutto è dotato anche di riduttore per prese domestiche. Più in alto spiccano i due proiettori integrati in un “motivo” plastico che concentra l’attenzione sul logo Renault, realmente grande ma perfettamente integrato allo stile della piccola elettrica francese. L’occhio più attento individuerà gli ammortizzatori anteriori e posteriori a vista, mentre le quattro ruote, dotate di coperture in materiale plastico, sono coperte da parafango avvolgenti che “spengono” la vista laterale e fanno concentrare l’occhio sulla zona centrale della vettura Renault. La linea laterale risulta allungata verso il posteriore e gli sportelli ad ali di gabbiano, una volta aperti, mostrano tutta la reale abitabilità di Twizy.

    Interni completi, spazio per due…e non solo

    La posizione di guida è centrale con sedile pilota scorrevole, mentre  il passeggero dispone di uno spazio più piccolo, adatto quindi a spostamenti rapidi…Il sedile di guida è semi-avvolgente con doppia cintura di sicurezza visto che oltre alla classica è prevista quella laterale da spalla; la strumentazione è completa con cruscotto a doppio scomparto laterale – di cui il destro con serratura – che ingloba il display digitale multifunzione che informa il pilota sulla velocità, stato del cambio (avanti,retromarcia o neutral), ma soprattutto autonomia e “consumo” con km rimanenti prima della fine carica, tanto per non rimanere senza…energia. Il volante ha un’impugnatura classicissima con devio dx e sx come per le vetture tradizionali.

    Azzeccata, divertente e di “raccordo con tutto il resto”  il design dell’area posteriore, grazie alla parte alta sfaccettata e tondeggiante, al grande fanale posteriore e all’incrocio tra linee squadrate o tondeggianti che vanno a “spegnersi” verso il basso.

    3×4: le magnetiche versioni di Twizy

    Ad ognuno uno stile diverso! Twizy viene proposta in tre differenti allestimenti: Urban, step base della gamma, Color, qualcosa in più di design e colors, e Techinic, look nero, cerchi in lega diamantati e vernice metallizzata, tutto rigorosamente di serie… Quindi variazioni cromatiche per la struttura con bianco, nero, grigio, rosso, verde con possibilità di abbinamento dei cerchi in colore dedicato. Tre colorazioni per Twizy Color con colori dedicati per le wing door (le porte opzionali), vani portaoggetti, rivestimenti sedili come blu, rosso o verde. Ed infine la versione Techinic con tetto trasparente con trattamento UV, colore nero per gli stripping e schienale del sedile conducente, con aggiunta del bianco. E non manca un “piano accessori” completo per vivere al meglio il Twizy World…

    Tecnologia Renault, definizione di modernità tecnica

    Sapete chi ha curato lo sviluppo di Twizy? Proprio l’area Sport Renault, la stessa che ha sviluppato la tecnologia F.1 presso i stabilimenti di Viry-Chatillion oltre ai laboratori di ricerca Renault Sport Tecnologies di Les Ulis; l’idea era quella di concepire e realizzare una vettura praticissima ed agile e che potesse ospitare due persone, il tutto poi contenuto nei suoi light 450 kg batteria compresa. Quindi i due posti – twin – e la sua semplicità concettuale – easy – hanno dato luogo al suo nome, proprio abbinando queste due “realtà” progettuali.

    Le forme inusuali di Twizy celano bene la sua sicurezza attiva e passiva: lo sviluppo del telaio con cella in acciaio con propulsore centrale, ha poi definito i parametri dinamici. Le zone tecniche della sua dinamicità propulsiva sono dislocate nella zona anteriore con la batteria (Renault integra un interessante piano di noleggio batteria con canoni mensili) ed il caricatore e nell’area posteriore dove si trovano il motore, l’inverter, l’induttore e l’albero di trasmissione. Renault inoltre dispone di grande esperienza tecnica su componenti elettriche quali il KERS/SREC, ovvero il sistema di recupero dell’energia cinetica già utilizzato in F.1. Il propulsore di Twizy è quindi un asincrono 3CG del peso di circa 60 kg per la versione Twizy 45. L’impianto frenante prevede quattro freni a disco con mozzi dotati di sistema McPherson.

    Come va: agilissima, concreta, pratica, tutta la guardano in città…

    Twizy non passerà mai inosservata: merito del suo design plasmato da quell’idea Renault di realizzare un quadriciclo divertente ed economico, che fa di questi due semplici concetti, la migliore modalità di approccio alle vettura elettrica dell’Azienda francese… E’ vero Twizy non ha i vetri e quindi tutto ciò che sarà in vettura potrebbe essere alla portata di tutti…ma basta davvero poco per organizzarsi. Per entrare in abitacolo si deve sganciare la leva posta all’interno vettura e si può entrare comodamente sia a destra che a sinistra, ciò significa che se qualcuno vi ha parcheggiato la macchina attaccata alla vostra piccola Twizy, non sarà un problema decidere di salire agevolmente dall’altro lato.

    Gli sportelli ad “ala di gabbiano” salgono veloci lungo la verticale, compiendo un angolo “globale” che facilita l’accesso in vettura; al suo interno la seduta è abbastanza comoda anche se, alla lunga, l’imbottitura del sedile risulta poco morbida, specie se si incontra asfalto corrugato o pavè, fattore che, sommato alla brusca reattività delle sospensioni, alla lunga può stancare chi guida.

    Dentro c’è tutto quello che serve per vivere al meglio l’avventura urbana: display multifunzione, air-bag, pedaliera ben dislocata, guida centrale oltre a spazio per le gambe e piedi. Da comprendere il sistema di sgancio del freno a mano che integra una sorta di “antifurto” elettronico: bisogna prima ruotare la chiave verso l’accensione, attendere il bip e contemporaneamente premere a fondo il pedale del freno; solo in questo modo la vettura è libera di partire…

    Fatto questo si spinge il pulsante a sinistra del cruscotto sulla posizione D (ma c’è anche la retromarcia indicata con lettera R) e si può partire accelerando gradualmente. La partenza di Twizy è morbida senza sussulti o incertezze della trasmissione, fattore che fa salire di livello la prima idea scettica che si potrebbe avere…

    Fin da subito si evidenzia lo spirito Twizy, ovvero un motore capace di accelerare velocemente districandosi alla perfezione nel traffico cittadino a cui segue una sensazione di  riserva di potenza notevole, utile nelle fasi di sorpasso. Si perché Twizy è piena di brio e carattere che consentono di dimenticare il concetto atavico di una vettura elettrica che le vedeva pesanti, poco agili ma soprattutto lente al semaforo… Ma nulla di questo appartiene a Twizy Renault, perché la sua agilità è totale, sempre e comunque.

    Sospensioni molto rigide per il pavè…made in Italy

    Immaginando Twizy sulle strade europee non mi sorprende che i tecnici Renault abbiano scelto una taratura così rigida per le sospensioni…proprio per conferirgli una maggiore stabilità e precisione di guida. Purtroppo, sulle nostre strade, il discorso va nella direzione opposta e, questa taratura, risulta in parte penalizzante quando si affrontano pavè o strade particolarmente rovinate.

    La vettura, pur mantenendo un comportamento abbastanza neutro, risulta molto rigida, specie in compressione delle quattro sospensioni, il cui setting è tarato su una reattività molto secca del complesso. E questo fattore è identico per la fase di ritorno, cioè quando, dopo l’impatto della sospensione contro l’ostacolo (in questo caso una buca o un’imperfezione del manto stradale) il ritorno non è progressivo ma secco, immediato nella risposta. Questo disturba la vettura, l’abitacolo, il telaio ma soprattutto disturba chi guida. Forse, per l’utilizzo sulle nostre strade, ipotizzerei la possibilità di una molla con K meno hard e, magari, una differente taratura idraulica delle sospensioni.

    Twizy si guida comunque con piacere…divertendosi

    Lo sterzo di Twizy vanta un raggio di azione molto ampio, si può girare la vettura in un nulla mentre ogni manovra risulta semplice ed agilissima. E se si decide di guidarla in modo più sportivo, questa elettrica by Renault diverte non poco, mostrando buona velocità, reattività sul gas e propensione niente male a curvare anche a velocità più elevata. Precisa quindi e molto divertente da guidare, merito del passo corto anche ma pure del particolare schema legato alle sospensioni, al posizionamento delle ruote oltre che dell’ottimo bilanciamento e sistemazione dei pesi sulla vettura.

    Un po’ lunga invece la frenata: si deve premere forte ed a fondo il pedale del freno per “sentire” tutta l’efficacia dei quattro dischi, anche se gli spazi d’arresto sono comunque buoni anche in funzione del peso ridotto di Twizy. Si può e si deve sfruttare il sistema di recupero energia in rilascio, ad esempio nelle lunghe discese cittadine (Roma luogo del test ne è piena) al fine di allungare la durata della carica, energia che deve bastare per i propri spostamenti quotidiani. L’unico limite è che se i programmi della giornata cambiano… si deve rifare da capo il conto dell’energia disponibile, cercando le colonnine di ricarica dislocate lungo il nuovo itinerario.

    Quanto “consuma” Twizy?

    Partendo con il pieno di energia il display segnava circa 80 km di autonomia: percorrendo un percorso medio da un capo all’altro della città, rimane carica sufficiente per tornare al luogo di partenza. Ma questo varia moltissimo in funzione dello stile di guida che può essere “ottimizzato” con un po’ di pratica guidando Twizy… Certo se si spinge a fondo l’acceleratore ogni volta che si parte dal semaforo, la media scende drasticamente e con lei pure i km rimanenti.

    Ma se si viaggia sempre parzializzando il gas e non superando la metà della barra indicatrice del consumo istantaneo, le medie dichiarate vengono rispettate al 100%. E per la ricarica? Se la batteria è al 50% della carica ci vuole poco più di un’ora per raggiungere il 100% e rituffarsi nelle vie cittadine, ricche di occhi curiosi che scrutano sorprese la piccola Twizy, molto più di un’auto elettrica, capace sempre di sorprendere la tua giornata con un pieno di “green” e senza mai mettere le mani al portafogli e sorridendo ogni qualvolta si transita accanto ad un distributore di carburante…

     

     

     

     

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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