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    MAHINDRA GOA S10 HARD TEST

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    Prova hard a bordo di GOA by Mahindra: tracciati “complicati”,140 CV, trazione integrale e tanto offroad per un pick-up infaticabile ed unico

    In questo momento abbiamo molto bisogno di certezze, di poter guardare avanti e questo accade anche nel mondo del lavoro e quindi nessuno è escluso da questo concetto pratico, oggi quantomai realistico quando pensiamo in ottica di un futuro vivibile.

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    Rimanendo in ottica lavoro, c’è chi lo svolge in ufficio, per strada o magari, attraversando la natura quando si vive e lavora in campagna o comunque dove ci sia necessità di guidare un veicolo robusto ed affidabile. E questo a dispetto di quanto possa accadere al di fuori della cabina di guida, del meteo o delle condizioni del percorso.

    GOA è sinonimo di massima praticità

    Il termine affidabilità è quindi prioritario per chi lavora a bordo di un pick-up, proprio perché, un utilizzo a 360° del veicolo, abbraccia ogni tipologia di situazione di guida e condizione del terreno; districarsi da questa “forbice”, quindi, diventa essenziale per svolgere serenamente il proprio lavoro sul territorio.

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    In questa “prova hard”, (che ha spaziato dentro tutti i canoni offroad, pista di motocross compresa) ho portato il nuovo pick-up GOA by Mahindra su tracciati “complicati” con il risultato che vedrete dalle foto ma, soprattutto, mettendo nero su bianco il fatto che la praticità vince sempre.

    GOA si propone con 51 netti miglioramenti rispetto alla precedente generazione ed oggi spiccano linee più decise ed aggressive il cui mood punta su un design altamente originale, a testimonianza che mai come su GOA il rapporto qualità/prezzo sia decisamente vincente.

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    C’è una più puntuale attenzione al dettaglio pur mantenendo il livello di “spartanità” nemmeno troppo velata da Mahindra. Le dotazioni sono al top anche se su alcuni dettagli c’è ampio margine di miglioramento, come nel caso del display, poco leggibile, o del crick sollevatore a cui si unisce però un pratico sistema di sollevamento/discesa della ruota di scorta.

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    Se si buca una ruota son dolori e serve un po’ di inventiva…

    Eh già, perché è successo anche questo nella prova e, proprio questo “inconveniente” ha messo in luce un’attrezzatura poco adatta alla situazione; il crick solleva poco, specie se si buca in fuoristrada, dove non si è quasi mai perfettamente in piano per sistemare il sollevatore. Il consiglio? Quello di pensare ad un crick con una maggiore piattaforma a terra, abbinata ad una maggiore capacità di sollevamento/altezza, visto che abbiamo dovuto inserire dei sassi per almeno 15 cm al fine di riuscire ad estrarre la ruota forata oltre che sollevare il pick-up.

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    Bene, le note “negative” finiscono qui, ma era doveroso “incentivare” un salto di qualità su questo punto apparentemente blando che diventa però essenziale se capita ciò che è capitato a noi nella prova o, peggio, se si è da soli al rientro da una giornata di lavoro.

    Acquisto facile con formula AL LAVORO DA SUBITO LO PAGHI TRA 6 MESI

    Acquistare GOA diventa facile. Un esempio? GOA PIK UP plus parte da 14.900 euro con IVA IPT e messa su strada escluse; prima rata nel 2021 con furto/incendio omaggio per 3 anni. Mahindra quindi è vicina sempre più a chi lavora grazie alla collaborazione con Fiditalia. I prezzi di GOA partono quindi da 14.900 euro fino alla versione Plus DC S10 4WD venuta a 20.520 euro. GOA è inoltre detraibile al 130% con tassa circolazione ridotta grazie all’immatricolazione N1-Autocarro.

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    Il doppia cabina S10 è il top per portare materiale e persone

    Proseguendo nel viaggio alla scoperta di GOA, ho notato una maggiore ospitalità per i passeggeri, specie nella nostra versione S10 “doppia cabina”, di fatto il top per caricare mantenendo comunque elevato sia il livello di carico del cassone quanto quello dei passeggeri a bordo. GOA piccolo non è con i suoi 5175 mm di lunghezza e 1915 mm di altezza per la nostra versione S10, mentre il passo è di 3040 mm, il peso infine è di 3150 kg. Le dimensioni del vano carico della S10 sono pari a1489x1520x820 mm.

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    Spicca il propulsore turbodiesel m-Hawk da 2.2 cc per 140 CV che si abbina perfettamente alla trazione integrale 4WD con inserimento elettrico delle ridotte che ora consente un passaggio veloce tra 2WD e 4WD.

    Mahindra GOA nel dettaglio

    Progettato per rafforzare le già eccellenti doti della versione precedente – sbarcata nel mercato europeo nel 2005 – (GOA è utilizzato da molti enti legati alla sicurezza e pronto soccorso proprio per le sue doti), GOA vanta una massa rimorchiabile di 3000 kg e portata utile di 995 kg per la versione S10 che diventano 1196 kg per quello con la cabina singola. È un veicolo da lavoro puro ed estremo, il cui design del frontale si lega al family-style della gamma Mahindra, un’identità fortissima sul mercato indiano in un settore altamente strategico per il colosso indiano.

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    Certamente GOA non passa inosservato proprio per via dello stile indiano, che punta ora su linee molto scolpite, di quelle che fanno girare i curiosi, cosa che mi è capitata spesso nel corso di questa prova. Piace quindi per quell’identità da pick-up diametralmente diverso dal resto di quel che c’è sul mercato, dove incontriamo spesso veicoli più eleganti e social (come concetto intimo) rispetto a quanto lo sia GOA, che però punta sulla praticità e sulla leggendaria capacità di cavarsela in ogni situazione d’uso.

    Zona frontale molto dinamica

    Davanti quindi c’è dinamismo e grinta, grazie al frontale imponente, solido ed energico: la mascherina vanta inserti cromati mentre i due gruppi ottici anteriori sfoggiano un fascio di luce LED nella zona superiore all’elemento dotato di doppia parabola, mentre di serie ci sono i fendinebbia integrati.

    Sul cofano motore c’è una voluminosa presa d’aria che serve a convogliare il flusso direttamente sull’intercooler. Infine, la porzione laterale di GOA è sottolineata da un motivo profondo che esalta la verve e l’ecletticità del pick-up indiano unitamente ai cerchi in lega 5 razze da 16” in nero lucido/argento.

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    Anche dentro si cambia look ed occhio attento alla sicurezza

    Il lavoro di aggiornamento non si esaurisce alle sole forme esterne ma continua anche all’interno della cabina: c’è un sacco di spazio a bordo, nuovi rivestimenti, un nuovo display da 7” con infotainment e navigatore; a questo si aggiungono il cruise control, il volante multifunzione – di serie sulla versione S10 – (a mio parere un pelino troppo grande), le sedute anteriori regolabili in altezza, i tergicristalli ed i fari automatici, il clima automatico, le due prese device e gli utilissimi proiettori mobili, specie in fuoristrada negli angusti spazi di manovra.

    Ed occhio alla sicurezza con dotazioni complete con ABS, ESC, doppi airbag, zone protezione antintrusione, colonna sterzo collassabile, tre poggiatesta e cinture con tre punti di ancoraggio per la versione “doppia cabina”. In tema di sospensioni, c’è un sistema a ruote indipendenti davanti con barra di torsione e molle a balestra semi-ellittica ed ammortizzatori.

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    Un propulsore da 330 Nm di coppia davvero infaticabile

    Il quattro cilindri m-Hawk di GOA è un plus di efficienza: 140 CV erogati a 3750 giri, distribuzione “sedicivalvole”, iniezione diretta common-rail Bosch Generation 2 ma, soprattutto, un valore di coppia unico pari a 330 Nm a partire da 1500 giri fino a 2800 giri che regala enormi capacità di trazione in fuoristrada anche in condizioni estreme come vedete dalle foto. Euro VI, questo motore m-Hawk ha cubatura di 2176 cc.

    Merito della trazione integrale (rapporto di riduzione 1/2.48 abbinata al cambio sei marce che può lavorare in 4×2, 4WD inseribile per mezzo dell’interruttore collocato sulla plancia bassa sotto alla leva del cambio; di serie il differenziale meccanico posteriore MLD, ovvero Mechanical Locking Differential dotato di bloccaggio automatico 100%.

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    Decise ed aggressive invece le capacità relative agli angoli con 34° di attacco, 18° di dosso e 15° di uscita. I consumi infine sono sorprendenti così come l’autonomia (c’è un serbatoio carburante da 80 litri), visto che abbiamo percorso 9,8 l/100 km sul combinato che diventano 11,6 sull’urbano e 8,2 sull’extraurbano, dati che si discostano di poco da quelli dichiarati. La garanzia Mahindra STD copre 3 anni o 100.000 km.

    Due parole su AVL, costruttore del motore m-Hawk

    L’azienda è stata fondata nel 1948 con sede a Graz, in Austria. Fornisce tecnologie e servizi leader del settore basati sui più elevati standard di qualità e innovazione per aiutare i clienti a ridurre la complessità e aggiungere valore.

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    Con oltre 11.500 dipendenti, AVL List GmbH è la più grande azienda indipendente al mondo per lo sviluppo, la simulazione e il test di tutti i tipi di sistemi di trasmissione (ibrido, motore a combustione, trasmissione, trazione elettrica, batterie, celle a combustibile e tecnologia di controllo) e la loro integrazione nel veicolo. Questa Azienda sta assumendo sempre più nuovi compiti nel campo della guida assistita e autonoma, nonché dell’intelligence dei dati.

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    COME VA: pratico, inarrestabile, potente e divertente, ecco GOA

    È stata una prova realmente vissuta su un territorio morfologicamente variegato tra vallate, lunghi e veloci sterrati, fango, mulattiere e passaggi al limite dell’aderenza. In tutto questo ho scoperto tutta l’efficacia di Mahindra GOA, il pick-up delle sorprese, soprattutto per le capacità offroad, i consumi e la generosità del turbodiesel da 140 CV, potenza “giusta e corretta” per non limitarsi nella guida oltre che per affrontare il tutto dell’offroad.

    Internamente rimane quella sensibile “spartanità” che piace: tutto è al proprio posto e dove serve, così come l’ottimizzazione degli spazi si avverte che sia stata progettata da ingegneri che sanno il fatto loro in tema di creare un veicolo al netto dell’utilizzo, ovvero legato ad una massima e condivisibile praticità.

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    Gli interni, quindi, sono rinnovati ed oggi più in linea con l’utente europeo: le sedute sono abbastanza comode anche se avrei preferito, almeno per quelle anteriori, dei sedili più avvolgenti e meglio imbottiti, specie a tutela della schiena nei passaggi più difficili e “scomodi”. La plancia è libera da inutili fronzoli e c’è tutto quello che occorre per guidare su strada ed in fuoristrada: questo significa leva cambio alla giusta altezza, pedaliera larga, massima visibilità frontale, sterzo robusto e poco diretto e selettore 4WD in posizione facilmente accessibile.

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    Certo il volante è un po’ grande e serve forza per girare nei destra/sinistra più stretti ed avrei preferito una maggiore “diluizione” nella demoltiplica; bisogna fare l’abitudine alle leve indicatori direzione/tergicristalli all’inglese, ovvero in posizione opposta rispetto a quanto siamo abituati… All’interno di GOA lo spazio non manca e, tra pilota e passeggero ce n’è davvero tanto almeno quanto quello tra le sedute anteriori ed il divano posteriore. Purtroppo, il display non si legge bene a causa del posizionamento troppo in basso rispetto al “piano di lettura dell’occhio” ma sorprende osservare che, su questa nuova versione, siano state aggiunte le prese USB e quella 12V, segno di uno sguardo in avanti ed attenzione alle esigenze dell’utente medio.

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    Su strada scopro la grande elasticità del generosissimo motore m-Hawk 2.2, un turbo diesel che va benissimo e che consuma poco se l’ago del contagiri non supera i 2500 giri; elastico e potente già da 1000 giri, sa tirarsi dietro le marce una dietro l’altra, segno che il generoso valore di coppia di 330 Nm punta anche qui sull’elasticità massima che si rivelerà poi eccellente in fuoristrada.

    Questo motore sorprende per prestazioni e doti di accelerazione a dispetto della massa, con una sovralimentazione che fa il suo ingresso in modo delicato e mai invasivo, segno di un ottimo setting dell’elettronica a cui si aggiunge l’assenza di “buchi” anche a bassissimo regime. Da 2500 giri in poi, il gradiente di potenza muta un pelino evidenziando schiena ai medi regimi, quello utili a salire in mulattiera, ad esempio, così come sorprende la tonicità della spinta con una perfetta distribuzione dei 140 CV lungo un arco dall’andamento decisamente lineare.

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    Quindi non una curva “piatta” ma, piuttosto, un utilizzo ampio, fluido e sempre presente già dai regimi più bassi. Il cambio sei marce aiuta non poco su extraurbano mentre il pedale frizione è un pelino duro da azionare la l’elemento di attacco è robusto e non entra mai in crisi, nemmeno nelle ripartenze da fermo su salite molto impegnative.

    Ho notato una pronunciata rigidità delle sospensioni, con le posteriori che denotano una risposta molto secca su strada ed ancor più in offroad mentre il comfort su extraurbano è decisamente accettabile. Buona la stabilità su strada anche se, come già accennato, lo sterzo si indurisce molto nelle manovre da fermo e ci vogliono buone braccia per azionarlo anche se è pur vero che le coperture da far ruotare sono molto grandi…

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    Lasciato l’asfalto, entriamo in fuoristrada per un percorso ad anello di circa 100 km tra mille situazioni quali sassi sporgenti, fango, canali, acqua e pozze, salite e discese, sottobosco e mulattiere; quindi, l’intero “repertorio” fuoristrada 4×4 il tutto accompagnato da animali liberi al pascolo e tratti molto guidati. A dispetto del suo peso, GOA sale bene anche in 4WD ed in presenza di canali e sassi; l’assetto veicolo rimane abbastanza allineato anche nei passaggi più inclinati con una trazione integrale equilibrata e forte di un differenziale meccanico ineccepibile. Discreta l’agilità generale sui tratti misti dove c’è da guidare in 4WD.

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    Analizzando situazione per situazione, scopriamo le doti tecniche di GOA. Salita con sassi: se la pendenza aumenta si può rimanere in 4WD senza utilizzare le ridotte. In presenza di canali anche profondi, GOA poggia le ruote ben salde al terreno mentre la trazione integrale fa il resto; non si deve agire nervosamente sul pedale dell’acceleratore ma, al contrario, in modo progressivo per dare il tempo alle coperture di trovare un punto di contatto con il terreno. La notevole altezza del pick-up indiano e le sue doti di attacco/uscita, inoltre, facilitano il superamento anche di sassi ed ostacoli rilevanti oltre a canali molto profondi.

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    Mulattiera da ridotte: anche qui vengono evidenziate le doti tecniche di GOA: in 4WL, ovvero con le ridotte molto ben spaziate, si possono affrontare con disinvoltura ogni tipo di mulattiera; anche qui canali e fango non sono mai un problema per superare le pendenze con il plus della grande visibilità offerta dalla guida alta e dal particolare parabrezza dritto che facilita la visione anche angolare. Anche nelle strettissime ripartenze da fermo, l’ottima trazione e l’elasticità del motore, consentono una guida modulata con l’acceleratore, lasciando dentro terza o quarta marcia ridotta; GOA s’infila dappertutto e ne esce alla grande, anche quando il terreno è molto scavato o bagnato in profondità; certo le dimensioni sono importanti e, soprattutto gli ingombri, possono creare solo qualche problema sui tratti più stretti ed impervi.

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    Guida “freestyle”: siamo scesi in una cava dove giocare con GOA nel freestyle della guida “di traverso”: il posteriore in 2WD può essere controllato con l’acceleratore ma bisogna agire tanto sullo sterzo per contrastare derapate e perdite di aderenza posteriori, sempre però controllabili semplicemente alleggerendo la pressione sul pedale acceleratore. GOA si è rivelato abbastanza equilibrato anche nella guida al limite e la potenza del motore invita ad esagerare in funzione del divertimento. Certo GOA è un mezzo da lavoro ma, ogni tanto, concedersi qualche derapata ci sta!

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    Sottobosco con radici e pozze di fango: godersi la natura è una delle prerogative di questo hard test: snello e veloce, GOA si fa strada nel fogliame autunnale e, se il terreno è zeppo di radici esposte, purtroppo si soffre molto in abitacolo con continui e fastidiosi sobbalzi; sullo sterzo però arriva poco ed è più che altro il telaio e soprattutto la cabina a soffrire questa condizione. Le sospensioni, anche a velocità elevata per l’offroad, reagiscono in modo progressivo ma molto secco, con una prima porzione di affondamento molto secca e spigolosa ed una seconda più lineare e modulata.

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    Molto buono, a dispetto della presenza di obsoleti tamburi posteriori, il comportamento dell’impianto frenante: non è un caso se sono stati utilizzati i tamburi ma credo sia una scelta tecnica dettata dai luoghi melmosi che l’utenza indiana deve costantemente affrontare durante i trasferimenti.

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    La frenata è buona ed abbastanza modulabile nel complesso ed in rapporto al peso del pick-up mentre ho apprezzato il cambio e la frizione, davvero robusti, la distribuzione della potenza garantita dalla rapportatura legata alle ridotte ed il funzionamento della trazione integrale. Un po’ lento però il passaggio da 4WD a 4WL e questo fa la differenza quando ci si trova in difficoltà e si ha bisogno di una risposta iper-rapida della trasmissione. Per chiudere, chi lo ha detto che un mezzo da lavoro non possa essere anche comodo, equilibrato, dinamico, potente e divertente? GOA è tutto questo ed il suo potenziale è realmente molto alto e tutto da scoprire.

    (Foto LORENZO PALLONI)

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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