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    MOTO GP: PARLANO I TECNICI DI BAUTISTA E REDDING

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    I tecnici del Team GO&FUN Honda Gresini ci spiegano le modifiche fatte sulle RC213V e RCV1000R di Bautista e Redding, modifiche che hanno regalato ottime prestazioni per entrambi…

    Il primo Gran Premio della stagione non è finito nel migliore dei modi per Alvaro Bautista, scivolato a due giri dal termine mentre si trovava in terza posizione in sella alla Honda RC213V del Team GO&FUN Honda Gresini.  Giunto al traguardo in settima posizione e primo tra i piloti in sella alla Honda RCV1000R ‘Open’, Scott Redding ha impressionato al debutto in MotoGP grazie anche a una modifica che gli ha permesso di migliorare il proprio feeling con l’anteriore.

    In attesa di tornare in azione sul Circuit of the Americas, in Texas, per il prossimo Gran Premio, vediamo più nel dettaglio assieme ai due capi tecnici del team, Antonio Jimenez e Diego Gubellini, quale tipo di lavoro è stato fatto sulle moto.

    “In questo primo Gran Premio dell’anno siamo stati capaci di sfruttare ciò che di buono era emerso nei test effettuati due settimane prima della gara –spiega Antonio Jiemenez (Capotecnico Alvaro Bautista) – migliorando nel contempo alcuni altri aspetti. Sin dal primo turno di prove libere Alvaro si è sentito a suo agio e abbiamo adottato una buona strategia con le gomme. Abbiamo sempre occupato le prime posizioni, dopodiché in qualifica abbiamo mancato la pole position per pochi millesimi. Eravamo pronti per fare una bella gara, grazie a una moto dal rendimento molto costante, anche per quanto riguarda l’utilizzo degli pneumatici. Domenica lo abbiamo dimostrato: Alvaro, nonostante non sia partito molto bene, è riuscito a recuperare e a portarsi nel gruppo di testa. Non siamo riusciti a concretizzare il risultato, ma andiamo via dal Qatar con buone sensazioni, consapevoli di avere un pacchetto vincente: abbiamo lottato con i migliori e siamo stati capaci di far lavorare bene le nuove gomme Bridgestone, per cui penso che potremo essere competitivi anche nel prossimo Gran Premio, a Austin.

    La Honda RC213V è una moto molto veloce e in tutte le aree abbiamo raggiunto un ottimo livello prestazionale. Siamo a posto con l’elettronica, sia per quanto riguarda l’erogazione della potenza che il freno motore, ma mi sento di dire che il passo in avanti più grande è stato fatto sul fronte delle sospensioni. Questo è il terzo anno di collaborazione con Showa e stiamo raccogliendo i frutti dell’ottimo lavoro fatto nelle prime due stagioni insieme. Rispetto alla fine del 2013, è stato fatto un ulteriore step con l’introduzione del nuovo ammortizzatore posteriore, in occasione dei test di Sepang. Durante questa gara abbiamo soltanto accusato un leggero problema ai freni, che non si era mai verificato in prova: lavoreremo perciò assieme a Nissin per migliorare questo aspetto. Infine, i consumi: siamo riusciti a gestire i 20 litri di carburante molto bene lavorando sulle mappature, con l’obiettivo di ottenere un’erogazione che limitasse lo scivolamento della ruota posteriore. Purtroppo non abbiamo concluso la gara, ma a due giri dalla fine la situazione era sotto controllo. Siamo soddisfatti: aver mostrato buone performance su una pista tradizionalmente difficile per noi non è una casualità”.

    “Durante le prove libere abbiamo lavorato sul set-up della moto di Redding alla ricerca di un maggior feeling con l’anteriore – spiega Diego Gubellini (Capotecnico Scott Redding) -. In particolare, avevamo già preparato una moto con un interasse più corto, la RCV1000R numero 2 di Scott, ottenuto avvicinando sia la ruota anteriore che quella posteriore, mantenendo di conseguenza lo stesso bilanciamento dei pesi. Il caso ha voluto che la provassimo durante la Qualifica 1, a causa di un problema a un sensore sulla ruota anteriore della moto numero 1, utilizzata durante tutto il weekend fino a quel momento.

    A Scott questa differente geometria è piaciuta subito: lo aiuta a limitare i problemi di feeling con l’anteriore e difatti il miglioramento rispetto ai tempi ottenuti nei test è stato subito di circa mezzo secondo. Infine, sono rimasto sorpreso dalla strategia che Scott ha adottato in gara: molto aggressivo nei primi giri, in seguito ha lavorato molto sul suo stile di guida per preservare le gomme ed abbiamo utilizzato la gomma posteriore soffice a disposizione delle moto in configurazione Open”.

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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