Sul circuito di Vallelunga ho provato la Mitjet, la nuova frontiera del Motorsport: nel 2015 parte il Campionato in Italia, dopo il successo in altri Paesi. Potente, unica, ha costi di gestione contenuti…
Diciamocelo sinceramente: il sogno segreto di ogni pilota è sempre stato quello di correre a costi contenuti, ma senza rinunciare al divertimento, a quell’adrenalina che si scatena ogni volta che si esce dalla corsia box per schierarsi sulla griglia di partenza.
Certo, questa affermazione potrà far sorridere la stragrande maggioranza degli “ex piloti” coerentemente scettici, visto che, fin troppo spesso, il sogno rimane tale, perchè vincolato a tutta una serie di variabili economiche che allontanano la possibilità di correre con spese minime e costi di gestione della vettura altrettanto “lowcost”…

Pensare positivo: Mitjet Series, la realtà delle corse a basso costo…
A volte però, i sogni posso trasformarsi non solo in realtà ma, soprattutto, in “azioni concrete” che coinvolgono un grande pubblico di piloti ed appassionati in tutto il mondo. E se pensate che sto parlando di un evanescente progetto futuro o di un qualcosa che assomiglia solo vagamente ad un’auto da corsa, beh vi sbagliate di grosso. Mitjet Series (quindi una serie di campionati a livello internazionale) non solo è una vettura reale, ma un progetto che guarda ad un approccio del tutto nuovo se parliamo di corse, una modalità innovativa per correre gare vere e sempre combattutissime. In più ad un costo realmente minimo e non troppo impegnativo.

Costruita da un colosso francese, leader mondiale nelle trasmissioni idrauliche
E’ costruita sulla base della grande e capillare esperienza di un’Azienda come lo èl a Tork Engineering (che fa parte del Gruppo Poclain Vehicules e che appartiene al Gruppo Poclain Hydraulics che vanta 2500 dipendenti), società francese che progetta, realizza ed allestisce auto da corsa per molte Aziende auto. Mitjet Series ha tre principali e capillari obiettivi che l’Azienda francese ha preso in considerazione, quali regole d’oro nel pensare questa vettura: un prezzo contenuto di acquisto e per ciò che riguarda la gestione della vettura, performance elevatissime e quindi sensazioni forti per il pilota ed approccio “easy” per ciò che riguarda la guida se parliamo di gentleman drivers…

Foglio bianco, così’ nasce la Mitjet…
“La Mitjet nasce da un’idea semplice, progettare una vera vettura da corsa ad un costo di acquisto e di utilizzo il più basso possibile – ci spiega Frederic Lupo, Sales Manager Mitjet -. Nasce da un foglio bianco mutuando le esperienze della Poclain Véhicules acquisite nella progettazione di vetture da corsa tra cui Trophée Andros, Mégane trophy, Mini e Dacia Pikes Peak…” Insomma come vedete, alle spalle di questo progetto c’è qualcosa di molto più ampio e “pensato” nell’ottica di ricreare un parco piloti sia di giovanissimi, che magari provengono dal kart (e che quindi hanno difficoltà economiche per passare alle Formule), sia di piloti adulti che non vogliono staccarsi dall’ambiente racing.

Fenomeno in piena espansione
E non è un caso che Mitjet è stata scelta da molti piloti professionisti – Sébastien Loeb, Oliver Panis, Yvan Muller per citarne alcuni – e che oltre 193 vetture, tutte rigorosamente uguali, corrono oggi in Francia suddivise in Mitjet Light, Superturisme e la 2L turbo che da noi debutterà nel 2015. Ma i confini sono ampi, vista l’esplosione del fenomeno Mitjet con 40 vetture in Russia ed altrettante in Spagna. Quindi, lentamente, si sta creando tutta una rete di Series nazionali per un contest con superfinale internazionale probabilmente a prova unica.

La curiosità che spinge oltre…
Nella ricerca continua di nuovi stimoli quindi, non potevo farmi sfuggire la possibilità di provarela Mitjet, un’esperienza “invasiva” e letteralmente unica ad iniziare da quando ho lasciato la corsia box… Ma di questo parlerà dopo, perchè ora vorrei approfondire cosa accade in Italia e come si stanno muovendo organizzatori, Azienda costruttrice, team ed importatore, nel promuovere il “fenomeno Mitjet” in Italia, che, nel 2015, potrà contare su 6 eventi che si svolgeranno nel fine settimana, con un range economico per pilota che oscillerà tra 27.000 e 35.000 euro. E questo a secondo del “pacchetto” e servizi scelti.
Quindi c’è l’Azienda che costruisce la vettura, l’Organizzatore Promoter dell’evento, ma soprattutto c’è l’importatore italiano della Mitjet, che vede nella Motorquality, il miglior partner per costruire questa nuova esperienza racing. Bruno Zanini, ovvero l’essenza della Motorquality, ha visto lungo nella sua scelta che lo vede coinvolto ormai in forma ampia ed appassionata…

“L’incontro è avvenuto verso fine Gennaio con Frederic Lupo, Sales Manager della Poclain – spiega Bruno Zanini/Motorquality -, che mi ha proposto la Mitjet. All’inizio l’ho introdotto a diverse persone poi man mano che approfondivo l’argomento, mi sono reso conto delle sue potenzialità ed abbiamo così deciso di crederci fino in fondo e di diventare distributori Mitjet”.
Come importatore italiano, come immagina un campionato con queste vetture?
“Io sono un’ottimista, ma il mio ottimismo si è forgiato in questi mesi durante i vari test che abbiamo fatto con piloti dalle esperienze più disparate e diverse tra loro. Tutte le volte che toglievano il casco vedevo dei gran sorrisi a 32 denti e un entusiasmo incredibile. Anche la reazione dei team è molto molto positiva. Stiamo raggiungendo consensi a 360 gradi dalla pista alla salita, dai rally al kart e questo mi fa credere che siamo sulla strada giusta per avere un campionato avvincente e combattuto”.
Come interverrà Motorquality nello scambio di info tecniche con i team?
“Questa è la parte più facile per Motorquality che è abituata a distribuire prodotti tecnici che necessitano di tante informazioni. Il rapporto sarà diretto con tutti i team a cui verranno date tutte le informazioni necessarie per la gestione tecnica della vettura e per i ricambi che comunque saranno presenti in pista”.

LA MITJET NEL DETTAGLIO TECNICO
Mitjet: telaio a traliccio, motore Renault “aspirato” e doppio cambio
Per comprendere tutta l’efficacia del progetto Mitjet, bisogna vederla “nuda”… Quel design della carena stile DTM è d’impatto emotivo, visto che il team o il pilota potranno scegliere su tre “allestimenti” estetici in stile Audi, BMW o Mercedes, quindi la vettura è vestita con un abito integrale – su tre livelli di assemblaggio – che può essere facilmente rimosso per la manutenzione ed interventi di regolazioni legate alle sospensioni e motore.

Ma, una volta spogliata, Mitjet rivela un’integrità strutturale imponente con 720 kg di peso ed un rapporto Kg/Cv pari a 3,20: la zona motore è abbracciata da una fitta rete di tubolari in acciaio che ospitano anche gli attacchi delle sospensioni regolabili (ma niente di sconvolgente, proprio per ampliare il range d’improvvisazione del pilota), a doppio triangolo sovrapposto – sia anteriori che posteriori – che “chiudono” la parte superiore del quattro cilindri Renault con due punzoni trasversali che tagliano trasversalmente la struttura.
Cambio manuale ma tutti sceglieranno il sequenziale ellettroattuato…
Anche l’abitacolo è iperprotetto dalla gabbia dei tubolari con aree di rinforzo dove serve, specie nell’area del tetto, delle portiere che si aprono verticalmente, seguendo la linea del lato vettura, mentre la strumentazione è essenziale con cockpit digitale multifunzione. La vettura provata, era equipaggiata con il cambio ad innesti frontali manuale ma è disponibile ovviamente anche quello sequenziale con possibilità di comando elettroattuato con comando sul volante e che costa 5400,00 euro. Altro pezzo forte del pacchetto francese, sono l’assale rigido, la trazione posteriore ed il motore anteriore centrale, forse gli elementi che più contribuiscono a quell’esperienza emozionale ed unica se parliamo del DNA by Mitjet.

Assale rigido: scivolamento progressivo, per una guida esaltante
Ed a proposito dell’assale posteriore, questo appare molto snello e leggero, ed è caratterizzato da un leggero albero di trasmissione che termina nella scatola ingranaggi – non c’è differenziale – (fissata posteriormente al telaio principale per mezzo di Uniball), che presenta all’esterno ampie zone di rinforzo oltre ad fatto di essere surdimensionato per consentire un miglior raffreddamento dei gruppi ingranaggi. La capacità di trasmettere a terra la potenza del motore Renault,è invece affidata alle coperture semi-slick Yokohama Advan A048 da 18″ con misura unica di 265/35.

Motore Renault da 225 Cv, potente e lineare: due facce, unica vettura…
La scelta del motore Renault aspirato non è casuale ma ha un suo motivo tecnico legato proprio alla filosofia Mitjet: prestazioni si, ma anche affidabilità massima, proprio per contenere i costi, abbassando drasticamente i tempi di manutenzione. Si tratta quindi del 4 cilindri 2 litri “sedicivalvole” da 225 Cv, padrone di linearità e quindi che mette poco in crisi la vettura, a meno che il pilota sappia sfruttarne tutto il potenziale…
Certo, perchè Mitjet ha due facce ben distinte: è una vettura da corsa facile ma che, all’occorrenza e con il piede e la giusta esperienza, può regalare emozioni ed adrenalina; ma ci vuole “pelo”, perchè per abbattere il mezzo secondo bisogna guidare sulle uova e quindi con la massima precisione, specie nei curvoni e nelle “esse” veloci, dove bisogna effettuare continue correzioni che fanno parte della guida al limite…

Sul quattro cilindri Renault è stata però rivista l’elettronica, come ci spiega Fréderic Lupo: “…ovviamente, c’è una nuova unità di gestione del motore che è stata ovviamente completamente programmata in funzione del nuovo collettore d’ispirazione a 4 condotti singoli e 4 farfalle oltre che al diverso impianto di scarico”. Complesso di scarico che si trova a sinistra in basso della Mitjet.
Accessori racing per la Mitjet
Mitjet dispone anche di una gamma di parti in carbonio: tra queste il tunnel anteriore, quello posteriore, l’alettone posteriore, il convogliatore del radiatore, l’airbox inferiore, quello superiore per un costo totale di quasi 2000,00 euro che vanno a sommarsi al costo del cambio sequenziale elettroattuato opzionale.

LA PROVA DELLA MITJET: UN’ESPERIENZA UNICA!
Abituato alle moto, l’idea di provare la Mitjet mi ha incuriosito a dovere: confesso che mai ero entrato in pista con un’auto da corsa vera e quindi, questo battesimo sul circuito di Vallelunga, è stato un qualcosa di davvero speciale ed unicamente magico. Si perchè in pista con le moto ci vado, quindi, anche per il mio lavoro, sono abituato alla “duttilità”, all’adattamento tra un modello e l’altro, quindi impostazione di guida, frenata, erogazione del motore, tenuta delle coperture, ecc. Ma, a bordo della Mitjet, è tutta un’altra storia! Ma forse, la sensazione più istintiva e bella è stata quella dell’ingresso in pista: corsia box, stop del commissario, semaforo verde, via!

Tutto nuovo, tutto diverso, tutto elettrizzante…
Allacciate le cinture a 5 punti, il tecnico del team Carmag Racing, mi spiega brevemente la vettura, il cambio, i vari pulsanti ed interruttori presenti sul cockpit davanti a me. Poi avvio il quattro cilindri Renault che emette un sound cattivissimo, aggressivo e che mi fa definitivamente capire su cosa sono seduto… Siamo su una vettura da corsa vera, abbracciati da rollbar e dagli spazi ridotti ma la sensazione è superiore al poco spazio interno, al rumore – piacevole – al fatto che tra qualche secondo inizierò questa breve avventura.

Semaforo verde, si parte!
Piantata per terra,la Mitjet comunica immediatamente feeling al pilota: sterzo preciso, motore che sale fluido,erogazione della potenza molto lineare e pulita, cambio dagli innesti secchi e precisi. Inizio a fare strada e “tuffarmi” con il piede sul gas e lo spazio sembra ancora più ampio da questa vista…
Dopo un primo giro di assaggio, inizio a tirare un po’: fin da quando cambio passo, intuisco subito l’enorme potenziale della vettura, che reagisce in modo neutro alle sollecitazioni sia sullo sterzo che sul pedale de gas; mi piace molto la fluidità dell’insieme e si va forte subito, anche per un neofita della pista come lo sono io in questa occasione.
Tutto d’un fiato!
Mi ricorda inizialmente il kart, specialità in cui ho corso, mala Mitjet è molto di più… Gas giù, rettilineo: la vettura mostra un assetto abbastanza neutro, ed anche se in alcuni punti la pista provoca qualche sobbalzo in abitacolo, le sospensioni della Mitjet reagiscono in modo equilibrato, senza scomporre la vettura, nemmeno quando si passa da destra/sinistra rapido e la ruota esterna alla curva “incontra” un avvallamento.

Vedo il cartello dei 100 metri avvicinarsi ma levo il piede, mi devo abituare alla staccata anche se i freni sono potentissimi e si può spingere la frenata anche quasi dentro la curva; in staccata forzo la frenata, piccolo guizzo sullo sterzo e paf, sono già dentro, mantenendo il gas costante, mentre il posteriore tende leggermente a scivolare, anche se lo fa in modo “pulito” e gestibile.
Accelero verso la prossima “esse” e pian piano inizio a prendere confidenza con la natura della Mitjet, con il suo motore docile e progressivo ma potente, con la tenuta laterale delle gomme… Guardo davanti, arriva la “esse”, punto il cordolo in accelerazione piena ed entro molto più veloce del giro precedente:la Mitjet è “secca”, precisa e scopro che va guidata di pelo se si vuole andare davvero forte.
Esco dalla “esse