Dacia entra nel mondo delle elettriche con il mini-SUV Spring, modello che vanta oltre 200 km di autonomia spinta da un motore elettrico da 44 Cv.
Attualmente il marchio Dacia potrebbe essere definito con un qualcosa che ha intrapreso un cammino molto interessante. Lo raccontano i fatti ma, soprattutto, i successi di modelli come Logan, Duster, Sandero.
Logan e Duster hanno riscritto la storia: Logan ha reso l’auto un’auto per tutti mentre Duster ha letteralmente “scioccato” il mercato dei SUV. E Sandero oggi è decisamente più attuale nella sua essenzialità.
Per Dacia però si apre un nuovo capitolo, quello della mobilità Green, elettrico come scelta, come utilizzo quotidiano ed elettrico per offrire all’utenza un prodotto innovativo e concreto ad un prezzo assolutamente unico.
La nuova nata Spring, quindi, è proposta in tre idee di modelli: quella legata al Car Sharing, per una mobilità democraticamente condivisa, una versione Cargo e la versione provata, ovvero quella di serie per il grande pubblico.
Spring arriva con tanti numeri interessantissimi, primo tra tutti un prezzo imbattibile tanto da posizionarsi come la city car elettrica meno costosa del mercato, all’interno di un “contenitore” di proposte molto ampio. Alle spalle di questo progetto, il Gruppo Renault e l’Alleanza che, insieme, si fregiano con il distintivo dei pionieri sul tema elettrico.
Basti pensare che in Europa, un veicolo su cinque è progettato dal Gruppo che conta su oltre 30.000 tecnici formati esclusivamente per la mobilità elettrica.
Dacia Spring, un piccolo grande SUV
Piccola sì, ma molto convincente con un’aria da SUV, questa è Dacia Spring. Il design accoglie e raccoglie l’aspetto e le geometrie del segmento, come dimostrano i passaruota allargati, le barre sul tetto, il sottoscocca rinforzato ed un’altezza da terra superiore con u suoi 150 mm se parliamo di altezza libera.
In questo modo, il design del SUV Dacia mantiene la promessa di robustezza legata alle sue forme, dove il cofano motore bombato, è il tocco finale su tutto il resto. Sembra molto più grande di quello che è con i suoi 3730 mm di lunghezza, i 1620 mm di larghezza ed i 1510 mm di altezza. Premiata dunque l’abitabilità interna.
Un sorriso da simpatica sbarazzina urbana
La firma luminosa del frontale lascia trasparire il carattere di questo SUV. Personalità evidenziata dai gruppi ottici LED particolarmente affilati che seguono una linea orizzontale che si fonde con il design della calandra e del generoso paraurti. Questo nasconde lo sportello della ricarica con apertura da interno vettura.
La nostra Spring è denominata “pack arancione” nella versione di lancio con retrovisori, parte delle barre sul tetto e bordo proiettori in arancione, colore a misura di questa vettura elettrica che sprizza simpatia drenando ogni dubbio circa il suo approccio alla città.
Altra caratteristica estetica, sono i cerchi Flexwheel: i cerchi ruota sono in lamiera ma sono forati per ospitare i copriruota in robusto ABS, un’idea lontana dalla borchia in plastica per diventare qualcosa di unico ed originale.
È poi ancora, il lunotto posteriore bombato, il paraurti non verniciato (soluzione pensata per l’approccio in ottica di parcheggi ravvicinati), lo ski di protezione inferiore ed i parafanghi che presentano delicate nervature.
Dentro grande, fuori citycar
Cinque porte, design da SUV, dimensioni che ingannano. Alla faccia della sua compattezza, Dacia Spring mostra i muscoli al suo interno se parliamo di abitabilità. L’altezza libera a filo del pianale ma, soprattutto, il raggio per le ginocchia è di 100 mm mentre le sedute posteriori possono accogliere anche passeggeri alti.
Davanti, guidatore e passeggero, godono di uno spazio di 23,1 litri che viene diviso tra il vano portaoggetti, i pannelli portiere ed il vassoio nella consolle centrale; chi sta dietro invece, sfrutta le tasche portaoggetti che si trovano alle spalle dei sedili anteriori.
Da 300 a 600 litri, ecco la capienza di Dacia Spring
E pure il bagagliaio offre il massimo con i suoi 300 litri che diventano 600 abbattendo la panchetta posteriore. In tutto questo non viene “intaccato” il volume della opzionale ruota di scorta. A livello di equipaggiamento di serie poi, troviamo lo sterzo elettrico, la chiusura centralizzata, il display da 3,5” e, in opzione, il clima manuale, il sistema multimediale ed i retrovisori elettrici.
Tutto facile su Spring, ad iniziare dal mode di trasmissione: sotto all’area del clima, infatti, troviamo la manopola che “gestisce” la trasmissione con tre posizioni con mode Drive, Neutral e Return. Se a questo concetto “easy” aggiungiamo un raggio di sterzata di 4,8 metri, riusciamo a comprendere quando Spring sia agile nel traffico cittadino.
Un motore semplice e 225 km di autonomia
100% elettrica, 100% facile. Spring by Dacia è spinto da un motore elettrico da 44 Cv (33 kW e 125 Nm di coppia) con batteria da 26,8 kWh che vanta, come vedremo nella prova, una spinta omogena e fluida con un gradiente di accelerazione interessante. Spring Electric è di fatto molto economica ed accoglie i suoi occupanti in modo simpatico e completo.
Che sia la morsa del traffico cittadino o la tranquilla strada sterrata fuori città, questa piccola grande elettrica sa muoversi agilmente anche su terreni offroad leggeri ed è quindi la vettura ideale per chi abita magari in provincia, in campagna o per chi compie quotidianamente tragitti medi casa/lavoro.
In quanto e dove si ricarica?
Ed è massima libertà anche per la ricarica: si può caricare a casa, su Wallbox o su colonnina in CC. Ecco i tempi di ricarica: colonnina CC da 30 kW meno di un’ora per raggiungere l’80% della carica, Wallbox da 7,4 kW meno di 5 ore per 100% di carica, su Wallbox da 3,7 kW meno di 8 ore per 100% di carica e meno di 14 ore su presa domestica da 2,3 kW per 100% di carica.
L’APP my Dacia poi, consente di “controllare” Spring attraverso il proprio smartphone: si può quindi controllare il livello batteria ed autonomia rimanente, si può avviare il clima da remoto e si può localizzare la propria Spring ovunque si trovi. Molto esteso il livello della garanzia: 3 anni o 100.000 km per la vettura e 8 anni o 120.000 km per la batteria.
Autonomia “giusta”
Con 225 km di autonomia, l’elettrica Dacia vive sempre a proprio agio in ambito urbano. Sul ciclo WLTP City, ovvero un ciclo di omologazione che tiene conto della sola guida in ambito urbano del ciclo omologato) si potranno percorrere 295 km, quindi un chilometraggio importante se rapportato alle sue competitor elettriche city car.
Basti pensare che in Europa, il tracciato medio percorso sul segmento delle citycar, è di 31 km e questo spiega che basta una sola ricarica per l’intera settimana di utilizzo. In più, con il Mode ECO, si può sfruttare un 10% in più di percorrenza visto che la potenza del motore elettrico viene ridotta a 23 kW e 100 km/h di velocità massima.
Meno chilometri disponibili rispetto al dichiarato
Nei fatti concreti però, ho notato che i 225 km a piena carica (e tasto ECO inserito) dopo tre ricariche alla colonnina si riducono a 197 (sempre con tasto ECO).
Questo certamente può dipendere da fattori esterni quali il freddo o lo stato della carica al momento dell’attacco alla colonnina. Ho notato che sotto al 10% di carica disponibile, la ricarica è molto più lineare se parliamo dei successivi chilometri disponibili, che tornano – con mode ECO inserito – a 215 km.
Ma quanto costa?
Spring, di base, costa poco meno di 20.000,00 euro nella versione Comfort.
Esauriti gli incentivi 2021, l’offerta la si può trovare presso le concessionarie Dacia con rata da 279 € rata mese con PlusValore Dacia – Anticipo € 5.220 – TAN 3,99% – TAEG 5,56% – 36 rate – Rata Finale € 7.159 con formula “libero di restituirla”.
COME VA Dacia Spring
Inizio con una nota positiva. A me, questa Dacia Spring, è piaciuta un sacco. L’ho scoperta ben insonorizzata, generosa nel comfort e piacevolmente isolata da quanto accade sotto gli pneumatici.
Emblema di un’elegante essenzialità semplice ma con un tocco di raffinatezza, caratteristica dei veicolo del Gruppo. Di fatto è un mini-SUV con design e linea che ricordano la regina Duster.
L’abitacolo è spartano ma bilanciatamente accogliente, omogeno in quanto all’offerta: Spring non è di fatto un’utilitaria elettrica low cost, ma una pratica elettrica completa di tutto, adatta ad ogni spostamento quotidiano, senza un uso magari verso una gita fuoriporta in virtù della generosa autonomia.
La seduta di guida è accogliente ed abbastanza comoda ma ho notato poco spazio per i piedi. Molto buona invece la visibilità anteriore con l’idea di guidare un SUV compatto ma che sa il fatto suo, ed è questa la percezione fin dai primi chilometri.
La visibilità posteriore nell’angolo non è delle migliori però, dato che abbassa il livello su del progetto Dacia se parliamo di sicurezza in manovra. Come accennato nella presa di contatto di mesi fa, sarebbe opportuno optare per una zona in vetro per i montanti, scelta che consentirebbe una più ampia e sincera visibilità nell’angolo. Perché è molto utile ed indispensabile comprendere cosa si nasconda in quell’angolo delicato della vettura.
Le sospensioni di Spring funzionano bene su pavé e sconnesso, anche se, le dimensioni ed il peso ridotto della vettura, aumentano la sensazione di un’eccessiva “trasparenza” tra asfalto e coperture.
Certamente Dacia Spring è una vettura concepite per precise e specifiche esigenze cittadine, quindi, rimane “essenziale” in alcuni punti tecnici come, ad esempio, il setting delle sospensioni e la relativa geometria.
A bordo ci si sente accolti e protetti: lo sterzo elettrico 100% è leggero tra le mani e le manovre cittadine sono senza sforzo, mentre parcheggiare diventa iper-facile viste le dimensioni generali. A bordo, le sensazioni percepite sono positive ed insisto sul buon comfort dell’abitacolo perché l’utente ci passerà molto tempo. Quindi Dacia ha saputo guardare avanti anche su questo tema.
Il piccolo motore da 33 kW spinge con buona coppia ed incredibile omogeneità oltre che ottima accelerazione. È sempre molto lineare e graduale, tonica ed è sorprendente vedere di cosa sia capace questa elettrica Dacia.
I consumi di energia sono sorprendenti e la spinta del motore è sempre ricca di coppia anche in salita ad al semaforo e questo anche con Mode ECO inserito, che però “limita” le performance assolute, specie nella velocità massima ed accelerazione, visto che “ruba” quasi 10 kW di potenza rispetto al Mode std.
Ottimo il lavoro sulla gradualità dei “transitori”, dove si alleggerisce la pressione sull’acceleratore a testimonianza del buon lavoro tecnico sull’intero power train.
Guardandola più da vicino, scopro l’elevata generosità del bagagliaio da 600 litri, le rifiniture dell’abitacolo, la cura dell’assemblaggio che si somma al design azzeccato. Rimane una nota di spartano generale, come dimostra la tanta plastica ed i materiali utilizzati per le zone meno in vista.
Ho certamente apprezzato la buona stabilità anche nei cambi di direzione, la frenata modulabile e decisa, il buon equilibrio generale, ed un leggero trasferimento di carico sull’anteriore nelle frenata più aggressive.
Come accennato nella parte tecnica, alla massima ricarica da colonnina si parte da 212 km, autonomia ultra-sufficiente per godersi ogni piccolo e medio spostamento urbano senza disdegnare anche quelli extra—urbani.
(Foto LORENZO PALLONI)